Gli orizzonti iniziano ad allargarsi per Odessa, la serie science-fantasy di Sergio Bonelli Editore giunta con Speranze di ghiaccio all’albo numero 3. Vengono messe da parte tutte le necessarie introduzioni, servite nei primi numeri a spiegare un mondo peculiare e con caratteristiche uniche derivate dalla fusione tra l’astronave Serraglio 457 e la città di Odessa in Ucraina, e in questo terzo albo appuriamo definitivamente come il vero protagonista della serie sia il microcosmo multiforme venuto fuori dall’impatto.
Una città forzatamente multietnica nella quale specie diverse sono costrette a convivere fianco a fianco ed a trovare un’integrazione forzata: è questo l’impianto narrativo, un tema anche abbastanza ricorrente nella fantascienza, ed al suo interno il personaggio di Yakiv Yurakin rappresenta il nostro punto di vista privilegiato che ci permette di osservare con occhio consapevole l’architettura di un mondo autonomo.
Il suo fascino è rappresentato dall’essere egli stesso frutto della fusione: il suo organismo si è mescolato con l’entità aliena che ha causato l’impatto rivoltandosi contro gli Ignoti, gli schiavisti dell’astronave, e suo malgrado Yakiv deve convivere in un corpo (ed in una mente) non più umano ma non del tutto alieno. In più, è l’unico depositario del progetto e dell’elenco di componenti necessari a costruire l’arma che servirà a respingere l’assalto degli Ignoti di ritorno, in una corsa contro il tempo all’interno della bolla temporale in cui Odessa è rinchiusa.
Davide Rigamonti ha ritenuto conclusa, per la sceneggiatura di Speranze di ghiaccio, la fase in cui spiegare l’origine della Nuova Odessa, e si è lanciato in una storia libera da sovrastrutture e fluida nella sua evoluzione, ma essenziale per la comprensione della biodiversità sociale nella quale si muovono i protagonisti. È questo, a nostro avviso, il principale punto di forza della serie, questa sinergia tra i sentimenti del protagonista e la ricerca di un equilibrio tra tutte le diverse razze, ciascuna con caratteristiche proprie rispetto alle altre, inclusa quella umana. A fare da incombente cornice, un senso di ansia ed angoscia generalizzato per qualcosa che dovrà accadere, e che ciascuno vive con la propria forma di inquietudine.
Le prime tavole ci mostrano una scena ordinaria di una Odessa un attimo prima dell’impatto, con un omino qualunque alle prese con un presunto appuntamento galante: tavole “classiche”, nelle quali mancano del tutto le tonalità cromatiche da fantascienza che fino ad ora abbiamo potuto ammirare. Lo stacco ci catapulta nell’avventura del mese, nella quale Yakiv e la sua squadra devono soccorrere la razza dei Nertekk, il cui spazio vitale si sta rapidamente assottigliando, abituati e costretti come sono per la loro stessa fisiologia a poter sopravvivere solo in aree glaciali. In ballo c’è come sempre uno dei “pezzi” necessari alla costruzione dell’arma, in possesso dei Nertekk, un cristallo irradiante.
Nonostante in queste sue missioni Yakiv operi alla stregua di un mercenario, intervenendo per ottenere qualcosa in cambio, il tutto viene mitigato dal forte coinvolgimento emotivo ben definito nei suoi dubbi, nelle sue incertezze e nei sentimenti contrastanti di chi non si sente eroe ma è costretto ad esserlo. La sorte dei Nertekk è nelle sue mani, e l’epilogo ci fa scoprire personaggi disperati e toccanti ricollegandosi alle prime tavole, ma non ci sembra il caso di svelare altro!
L’altro innegabile punto di forza della serie è la validità dell’intero comparto artistico: Speranze di ghiaccio è il primo albo di Odessa affidato per la parte grafica ad un duo interamente femminile, nel quale Lucia Arduini ha composto delle tavole di certo più canoniche con un maggior uso della classica gabbia bonelliana e meno splash-page. Ciò non ha smorzato l’effetto della varietà architettonica e culturale di Nuova Odessa, e l’interpretazione personalissima di questa società multiforme passa anche attraverso i colori di Daria Cerchi, talentuosa e sensibile e capace di esprimere i diversi ritmi della narrazione proprio attraverso le variazioni cromatiche che si avvicendano, spaziando dalle sfumature alle tavole più esplosive di colori accesi.
In copertina, come sempre, una bella prova di Mariano De Biase: per quanto la scena illustrata possa apparire fuorviante rispetto a quanto contenuto nell’albo, lo riteniamo un voluto “trucchetto” che fa affrontare la storia senza il rischio di averne già subodorato trama, sviluppo ed epilogo.
Con Odessa stiamo scoprendo ambientazioni convincenti, emozioni ed avventura, ed un personaggio come Yakiv il cui spessore si dimostra crescente albo dopo albo per la complessità del suo conflitto interiore: diamo quindi piena fiducia al team di Rigamonti ed attendiamo con ansia cosa accadrà nel numero 4 Dall’abisso, in edicola alla fine di agosto.
uscita: 26/07/2019
Formato: 16×21 cm, colore
Pagine: 96
Soggetto: Davide Rigamonti
Sceneggiatura: Davide Rigamonti
Disegni: Lucia Arduini
Copertina: Mariano De Biase
Colori: Daria Cerchi