È da pochi giorni arrivato nelle edicole il secondo atto della stagione 3 di Odessa, quella accompagnata dal sottotitolo Evoluzione.
Prigioniero del metallo è una storia che sfrutta un tema (nonché un materiale) particolarmente caro ad ogni scrittore e lettore di fantascienza, quello dell’interconnessione tra uomo e macchina, ma che fa leva anche sulla sensibilità grazie al cupo tormento di Yakiv, ancora alle prese con lo shock di aver perso il forte legame affettivo con Zhiras ma al tempo stesso sempre schierato dalla parte di chi subisce dei soprusi.
In questa occasione ad orchestrare soggetto e sceneggiatura è stato convocato Davide Barzi, fumettista di lungo corso in grado di padroneggiare situazioni e contesti eterogenei, se si considera che solo in Bonelli ha già scritto sia per Nathan Never che per Dylan Dog oltre che per la collana Le Storie. A rielaborare il tutto con l’intento di mantenere la solida unità narrativa ci ha pensato il solito Davide Rigamonti, per una storia che ben mescola azione ed attimi di tensione drammatica con tutti i giusti tasselli necessari all’evoluzione complessiva di tutto il “macro-racconto” di Odessa.
Chi non avesse ancora letto l’albo potrebbe trovare qui qualche spoiler, per cui l’allerta è doverosa.
Prigioniero del metallo attinge anche ad una sottotrama che non sospettavamo essere rimasta in sospeso, ripescata dal riuscito albo numero 5 La scelta di Goraz (qui la nostra recensione) e che ci ripropone così il villain probabilmente più odioso visto all’opera sino ad ora in Odessa. Se gli Ignoti restano infatti minacciosi ma distanti e ammantati di mistero e i Sermoth giocano il ruolo di segugi ferini mossi solo dall’istinto e dall’impulso alla sopravvivenza, mentre i Kualif si sono rivelati capaci di giocare sporco per la bramosia di potere e controllo ma anche di imparare dai loro stessi errori, il Pingred è invece una creatura che desidera scatenare la sofferenza e la rabbia altrui per cibarsene senza il minimo scrupolo.
A questo scopo sfrutta il dolore di Maksim, uno degli orfani della Fusione, anche come strumento per raggiungere la sua vendetta contro Yakiv. Ci sono in ballo gli interessi dell’impresa edile dell’affarista Lebedev, uno scaltro calcolatore che vuol solo uscire “pulito” dalla strage causata dai suoi macchinari e che offre in cambio dell’aiuto del nostro team di eroi un materiale fondamentale per la costruzione dell’Arma contro gli Ignoti.
La corsa contro il tempo si fa sempre più serrata, ma adesso dalla loro parte Yakiv, Tori e Goraz hanno anche Ruwe, sofisticatissimo robot dalle sembianze femminili il cui ruolo si preannuncia già determinante.
Ritorna ai pennelli esattamente dopo 6 numeri Pier Nicola Gallo, un artista di spessore e dal tratto ricco di segni molto realistico, che non si abbandona a virtuosismi e raramente scardina la gabbia bonelliana. Le tavole dense di azione e di scontri, proprio come nel suo precedente lavoro su Odessa Rivelazioni 2 “Il coraggio di cambiare” avevano bisogno proprio di questo tipo di concretezza. Anche in questo caso si è composto il binomio con Edoardo Arzani ai colori, mai troppo saturi proprio per meglio assecondare una trama così serrata ed alcune situazioni più aspre e dolorose.
Sappiamo che ideatore grafico di quanto ammiriamo su Odessa è Mariano De Biase, ed a lui sono affidate le copertine, sempre molto incisive. In questo caso Yakiv è sospeso tra la minaccia robotica che affronterà nell’albo e un distorto incubo, una delle deformità che la Fusione ha portato nel suo mondo.
uscita: 25/06/2020
Formato: 16×21 cm, colore
Pagine: 96
Soggetto: Davide Barzi
Sceneggiatura: Davide Barzi
Disegni: Pier Gallo
Copertina: Mariano de Biase
Colori: Edoardo Arzani
Rielaborazione narrativa: Davide Rigamonti