L’albo numero 5 della terza stagione di Odessa, con il sottotitolo che già conosciamo Evoluzione, punta in alto con una storia molto intensa, se si considera la tematica di fondo che viene affrontata.
Con il titolo Il marchio del teschio lo sceneggiatore esordiente sulla serie Luca Vanzella, affiancato come sempre nella rielaborazione narrativa da Davide Rigamonti, ci offre un racconto che attraversa più livelli temporali sia legati ad eventi storici realmente accaduti così come li conosciamo che al mondo di fantasia descritto in Odessa, mescolando il tutto con notevole consapevolezza dei significati.
L’introduzione ci svela che l’arma per contrastare il ritorno degli Ignoti, che sarà ineluttabile quando la cupola cronostatica che ingloba Nuova Odessa crollerà, è quasi pronta. Una nuova minaccia alla precaria stabilità della città nata dalla Fusione viene però dal suo stesso interno, per mano di un gruppo di brutali assassini che si rifanno a ideologie retrive ostentando un simbolo che mette insieme le radici storiche di Odessa con echi di un passato tragico per tutta l’Europa e non per la sola Ucraina.
Rinchiusi nella loro bolla e ottusamente ancorati al passato e a una ideologica “purezza”, dietro il marchio del Teschio che dà il titolo all’albo si celano questi feroci avversari della multiculturalità, rintanati in un luogo che fonde la realtà con l’incubo partorito dalla mente perversa e malata di un reduce, anzi di un Sopravvissuto, come si fa chiamare dai suoi adepti.
Spetta a Yakiv ed alla sua banda spezzare questo abominio, dopo essere giunti alla fonte ed aver assistito a un delirio di onnipotenza e di crudeltà.
Senza entrare ancor di più nel dettaglio per non guastare la scoperta, tavola dopo tavola, di un racconto toccante e dalla sensibile inventiva, mettiamo solo l’accento sull’incastro di rimandi ad altri albo di Odessa attraverso un ripetuto gioco di flashback e richiami, come l’accenno alla delicata e tragica storia di Ohrilis (Odessa 4 – Dall’abisso) o l’intermezzo in cui vediamo uno Yakiv bambino insieme alla sorellina Pavla fare visita al Museo di Odessa. Il tutto accresce il senso di continuity per una serie che si avvia verso la quarta e ultima stagione con gli ultimi 7 albi che ne concluderanno l’avventura editoriale e dovranno tirare le somme di varie sottotrame disseminate qua e là.
Per Il marchio del Teschio le tavole sono state affidate a Ivan Vitolo, disegnatore napoletano anch’egli esordiente sulla serie ma con alle spalle già alcune pubblicazioni in Bonelli: un numero di Saguaro, ed anche la bella storia Noi, Robot presentata in un Agenzia Alfa (Nathan Never) del 2016. In questa circostanza l’autore ha realizzato delle pagine e delle vignette che, specialmente nei punti cardine della vicenda e nell’angosciante finale rivelatore trasudano drammaticità, con un tratto incisivo che delinea il villain di turno rendendolo abietto come il marciume che si porta dentro. Anche le scene più dolorose sono dipinte in modo da saltar fuori dalla pagina, con un’alternanza tra il bianco e nero per i carnefici e i colori più vividi a sottolineare la sofferenza; infine alcuni scenari in campo più ampio sembrano saltar fuori da una pellicola cinematografica, per tacere dei fermo immagine dai colori volutamente sbiaditi che cristallizzano attimi di Storia come il disastro di Chernobyl, l’insurrezione ucraina contro l’Armata Rossa Sovietica, i campi di concentramento nazisti.
A corroborare e rendere ancora più energiche le vignette ci ha pensato la mano dispensatrice di colori di Mariano De Biase, uno dei creatori del progetto Odessa, un artista il cui talento non smette di stupire nemmeno sulle copertine. Ogni mese è una sorpresa, con uno stile sempre nuovo e mai ripetitivo, per l’occasione con una struttura semplice eppure intensa.
L’appuntamento in edicola con Il grande Kilgore, l’albo che concluderà la stagione Odessa – Evoluzione, è fissato per la fine di ottobre.
uscita: 29/09/2020
Formato: 16×21 cm, colore
Pagine: 96
Soggetto: Luca Vanzella
Sceneggiatura: Luca Vanzella
Disegni: Ivan Vitolo
Copertina: Mariano De Biase
Colori: Mariano De Biase