Come molti sapranno Percy’s Song è una famosa canzone del 1963 di Bob Dylan. Racconta la storia di un incidente stradale e della successiva condanna a 99 anni dell’investitore. E’ una canzone particolarmente malinconica, così come è malinconica la trama dell romanzo a fumetti pubblicato dalla casa editrice partenopea Phoenix Publishing, di cui avevamo già parlato quando intervistammo gli autori di Leggende Napoletane.
All’inizio è difficile trovare il trait d’union tra la canzone e la graphic novel, ma dopo un’attenta lettura ci capisce che la morte, intesa come evento di passaggio tra un prima e un dopo nell’esistenza di un individuo. Percy’s Song rimane però un’ opera di difficile collocazione, le tematiche sono molto diverse dallo stile grafico che lo contraddistingue. Se da una parte ci troviamo di fronte a dei disegni delicati, con colori tenui e “pastellosi”, la storia di Percy invece è tragica, cupa e spinta dalla potenza della narrazione e per l’umanità che l’autrice ha saputo dare ai protagonisti. Percy, dopo un lungo sonno, si risveglia non ricordando nulla del proprio passato, sa però di essere morto. Da quel momento è intrappolato in mondo che, malgrado le apparenze, non ha nulla di fatato…
Recanatese, classe 1989, l’autrice Martina Rossi si avvicina fin da piccola al mondo del fumetto. Dopo aver conseguito il diploma a Macerata e si trasferisce a Roma, dove approfondisce le competenze fumettistiche.Lì conclude il suo percorso di studi presso la Scuola Romana dei Fumetti e inizia a lavorare come ritrattista e copertinista per vari autori indipendenti. Successivamente nascono le prime collaborazioni con gli scrittori Pierluigi Curcio e Orietta Cicchinelli. Lavora quindi come illustratrice per il quotidiano Metro Roma, e inizia una collaborazione con casa editrice Lo Scarabeo. Attualmente lavora come colorista per la casa editrice BellaFe e come autrice per l’Americana Studio. Percy’s Song è la sua opera d’esordio come disegnatrice e sceneggiatrice.