La storia, tristemente, si ripete: il Napoli si blocca sul più bello, perde in casa la partita-scudetto col Milan e vede allontanarsi la vetta della classifica a 10 giornate dalla fine.
E’ bastato un gol in mischia di Giroud ad inizio ripresa ai rossoneri per portare a casa l’intera posta, pur a fronte di una prestazione solida ma non certo trascendentale.
Gli azzurri, dopo un avvio promettente, già dalla metà del primo tempo avevano infatti perso il bandolo della matassa: neanche subìto il vantaggio hanno trovato la forza di reagire per portare a casa almeno un punto che, anche in ottica scontri diretti, sarebbe stato preziosissimo.
L’ormai cronica mancanza di personalità ha nuovamente bloccato i partenopei, mandati in tilt dal pressing del Milan come accaduto col Barcellona: l’incapacità di uscire dalla pressione in modo pulito, nonostante le qualità tecniche a disposizione, è un evidente sintomo di mancanza di freddezza e lucidità quando l’aria si fa rarefatta.
Nei quaranta minuti di recupero a disposizione per provare la rimonta, si è vista una squadra rassegnata alla sconfitta, e gli ingressi di Ounas ed Elmas sono apparsi tardivi, visto che la serata-no di Zielinski ed Insigne era sembrata evidente a tutti dopo poche battute.
Un’analisi lucida ed oggettiva impone di sottolineare come, a 10 partite dalla fine e con soli 3 (o 4, se l’Inter vincerà a Bologna) punti di distacco dalla vetta, tutto sia ancora in gioco.
La sensazione però è che il Napoli proprio non abbia a disposizione le doti indispensabili per superare i propri limiti e provare davvero a puntare il bersaglio grosso, anche se questo campionato mediocre dovesse proporre in futuro altre occasioni di riavvicinamento.
Va sottolineato però che la qualificazione Champions è ancora al sicuro, con un rassicurante margine su un’Atalanta in difficoltà: c’è dunque da sperare che il Napoli, spenti di nuovo i riflettori su di sé, torni a giocare con la testa sgombra ed a macinare punti.
Il prossimo match non è però tra quelli più agevoli: gli azzurri sono attesi domani (ore 15) dalla difficile trasferta del Bentegodi contro il Verona di Tudor, grande sorpresa del campionato e ancora in corsa per una clamorosa qualificazione in Europa League.
Spalletti avrà ancora una volta quasi l’intera rosa a disposizione, anche se oltre ai lungodegenti Tuanzebe e Malcuit mancherà anche Meret, infortunatosi ad una vertebra in allenamento: l’impressione è che il tecnico di Certaldo possa dare spazio a chi, entrando dalla panchina, ha fatto meglio dei titolari nelle ultime uscite.
In difesa non dovrebbero esserci molte novità, nonostante Juan Jesus e Ghoulam meriterebbero una chance, mentre a centrocampo la fisicità di Anguissa e la dinamicità di Elmas potrebbero risultare molto utili nel match fatto di intensità e marcature a uomo a tutto campo che verrà certamente proposto dal Verona.
In attacco si profilano novità sugli esterni, con Ounas e Lozano che potrebbero trovare spazio al posto di Politano ed Insigne, ai lati del confermatissimo Osimhen, l’ultimo a mollare col Milan.
Il bilancio dei precedenti in serie A al Bentegodi è molto equilibrato, con 11 vittorie del Verona, 10 successi del Napoli e 7 pareggi.
L’ultimo k.o., il 3-1 del 24 Gennaio 2021 (a nulla servì il gol-lampo di Lozano), incrinò definitivamente il rapporto tra Gattuso e De Laurentiis: dopo aver cercato altri allenatori, il patròn decise di lasciare il tecnico calabrese al suo posto, ma interruppe ogni trattativa sul rinnovo.
Dopo qualche uscita “velenosa” di Ringhio, si andò avanti con un imbarazzante silenzio stampa fino alla fine della stagione, terminata con l’ormai celebre pareggio interno sempre con gli scaligeri che tagliò fuori il Napoli dalla zona Champions.
A qualche mese prima, il 23 Giugno, risale l’ultima vittoria azzurra: il Napoli tornò a giocare in campionato dopo la pausa dovuta al covid proprio al Bentegodi, battendo i gialloblù; anche in quella occasione andò a segno il “Chucky”, che siglò la rete del definitivo 2-0 dopo il vantaggio firmato da Arek Milik.
Il pareggio in Serie A a Verona manca addirittura da 34 anni: il 24 Aprile 1988 Maradona portò in vantaggio i partenopei, poi raggiunti da Galia.
Fu un risultato pesante, perché ridusse a solo un punto il vantaggio del Napoli sul Milan di Sacchi, che avrebbe operato il sorpasso nel celebre scontro del 1 Maggio al San Paolo, cui tanti hanno pensato dopo la sconfitta di domenica scorsa.
Inutile però, ora, rimuginare sulle occasioni perse, anche perché l’obiettivo di inizio stagione, la qualificazione alla Champions League, è ancora a portata di mano, a patto di non perdere altri punti per strada: ecco perché serve tornare subito a vincere, a partire da domani.