Il mito di ogni appassionato di acquariologia è il “pesce scorpione”, un pesce appartenente alla famiglia degli scorpaenidae.
Si tratta di un grosso pesce (può arrivare anche a misurare al massimo 50 cm) dalla bocca grande rispetto alla piccola testa, è conosciuto anche come “pesce leone” a causa delle escrescenze sopra gli occhi sporgenti ed intorno al mento che vanno a costituire una vera e propria criniera, il colore, solitamente, è caratterizzato da un fondo marroncino e delle strisce verticali più chiare.
Questo splendido esemplare tigrato ha però un lato oscuro per il quale viene, appunto, chiamato “scorpione”: è velenoso!
Possiede ben tredici aculei veleniferi sui raggi della pinna dorsale e di quella anale. La puntura oltre ad essere dolorosa può creare reazioni allergiche molto gravi; quando si sente minacciato si posiziona con la testa verso il basso ed esibisce gli aculei, motivo per il quale molto facilmente può colpire un piede di una persona che tocca il fondale confondendolo per una minaccia.
Inizialmente originaria del Mar Rosso e dell’Oceano Pacifico, questa specie, si è diffusa dal Giappone alla Polinesia essendo particolarmente infestante.
Ormai da più di un anno, a causa del surriscaldamento globale, sono stati avvistati esemplari in Sicilia, in Grecia ed in Turchia. Insomma ha coinvolto non solo il Mediterraneo, ma anche il basso Adriatico.
Questo pesce, che come dicevamo è velenoso, non risulta pericoloso solo per le punture che può provocare all’essere umano, ma anche perché mette a rischio la “biodiversità”, infatti, lontano dal proprio habitat di origine, non avendo predatori naturali che si sono adattati a cacciarlo, se non l’uomo, costituisce una minaccia in quanto predatore aggressivo.
Una curiosità interessante è che il veleno prodotto dalle lunghe spine resta attivo per 48 ore dopo la sua morte, quindi anche pescarlo a scopo alimentare potrebbe essere un gesto estremamente imprudente.
L’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) incoraggia qualora venga avvistato il pesce scorpione in acque Italiane a segnalare la sua presenza alla mail alien@isprambiente.it.
Qualora veniate punti o assistiate ad una puntura, il primo soccorso per eliminare più velocemente l’effetto urticante e doloroso delle tossine è immergere la parte colpita in acqua calda a temperatura di almeno 45°.