In Italia in numero di accessi in pronto soccorso ha raggiunto numeri considerevoli, nel 2018 il numero totale è stato di 14,5 milioni di accessi (fonte ANSA), cioè quasi un terzo della popolazione italiana adulta si è rivolta ad un pronto soccorso. Spesso si accede in pronto soccorso poiché non soddisfatti della medicina territoriale (medici di base) e frequentemente, i pazienti si rivolgono direttamente alle strutture ospedaliere senza rivolgersi ai propri medici di famiglia. Nei periodi invernali, con l’insorgenza del picco influenzale, il numero di accessi aumenta notevolmente causando enormi disagi per il pubblico ed anche per gli operatori sanitari.
È fondamentale tenere presente che il pronto soccorso è il servizio sanitario dedicato alle urgenze ed emergenze mediche, è quindi chiaro che non bisogna rivolgersi al pronto soccorso per qualsiasi necessità sanitaria. Per essere più chiari, l’emergenza medica è definita come una condizione che pone il paziente in imminente pericolo di vita e richiede un intervento immediato, mentre per urgenza medica si intende una condizione che, se non sottoposta a terapie mediche specifiche in breve tempo, potrebbe incorrere in elevati rischi per la propria salute.
Purtroppo, però, per diverse ragioni, che possono essere rappresentate da un’inadeguata assistenza della medicina territoriale, da lunghe liste di attesa per visite ambulatoriali ed esami strumentali non urgenti, ma anche da scarso senso civico dei cittadini, spesso “del pronto soccorso si fa un uso improprio, recandovisi anche quando non serve, dimenticando che si tratta di un servizio per le urgenze e le emergenze sanitarie”
Per migliorare la gestione delle urgenze, il paziente che giunge in pronto soccorso viene valutato da personale sanitario specializzato e quindi assegnato un codice di triage (ciò di urgenza). Attualmente il Sistema Sanitario Nazionale (SSN) prevede quattro codici di triage che sono: ROSSO (imminente percolo di vita con necessità di assistenza immediata), GIALLO (pericolo di instabilità ed aggravamento delle condizioni cliniche per le quali è necessario assistenza in tempi brevi), VERDE (paziente con condizioni stabili e senza pericolo di aggravamento, con valutazione medica garantita dopo le urgenze) e BIANCO (situazione non critiche e non urgenti che richiedono assistenza del proprio medico di base, tali prestazioni sono soggette a pagamento un ticket). Nel giugno 2019 sono state pubblicate le nuove linee guida istituite dal Ministero della Salute che prevedono una nuova codifica del triage con 5 codici che vanno dal numero 1 (emergenza) al numero 5 (non urgente).
Il codice di triage VERDE, ciò non urgente, rappresenta un’enorme fetta degli accessi in pronto soccorso, ciò comporta dei tempi di attesa particolarmente lunghi con disagio del cittadino che in situazioni più estreme può degenerare in lunghe polemiche con il personale sanitario, portando ad un ulteriore rallentamento dell’assistenza. Quando si attende, significa che il personale sanitario sta assistendo casi con maggiore urgenza ed i tempi di attesa non possono essere prevedibili poiché ogni urgenza medica è un caso a sé.
Per sottolineare il quadro malato dell’assistenza dell’urgenza territoriale, i dati dell’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionale (AGENAS) del 2017 evidenziano che l’1,72%degli accessi in pronto soccorso è rappresentato dai codici rossi, il 21,6% dai codici gialli, il 62,92% dai codici verdi ed il 12,97% dai codici bianchi.
Ciò evidenzia che oltre il 70% delle prestazioni erogate dal sistema “teoricamente” dedicato alle urgenze è rappresentato da prestazioni NON urgenti.
Quindi, per migliorare l’assistenza di tutti i cittadini è sicuramente necessario una modifica ed un impegno maggiore da parte del Sistema Sanitario Nazionale, ma è anche necessario una maggiore educazione ed un maggiore senso civico da parte del cittadino, ed è importante rivolgersi al pronto soccorso in caso di reale necessità e NON per evitare liste di attesa come nel caso di visite specialistiche non urgenti o per evitare di interpellare il proprio Medico curante o per ottenere prestazioni che potrebbero essere erogate presso servizi territoriali o per evitare il pagamento di ticket.