Tornare a vincere dopo l’unico punto guadagnato nelle ultime due gare di campionato era il vero obiettivo di questa giornata: l’urna è stata poco benevola e regala al Napoli l’Arsenal e per preparare al meglio il doppio confronto con i Gunners è necessario blindare la qualificazione in Champions (e non, erroneamente a parere di chi scrive, l’inutile secondo posto). La sconfitta della disastrata Roma a Ferrara e il derby di Milano (vinto dall’Inter 3-2 al termine di una emozionante contesa) davano agli azzurri questa possibilità. Da segnalare anche la sconfitta della Juve a Genova sponda grifone con gol di Sturaro (potenza delle plusvalenze) e Pandev.
Tanti assenti tra le fila azzurre: Insigne, Diawara e Chiriches hanno pagato dazio al giovedì di Coppa, Albiol ancora out, Fabian ha la febbre e, soprattutto in mezzo al campo, gli uomini sono contati. Ancelotti schiera un 442 con Younes esterno sinistro (davanti all’irriconoscibile Ghoulam), Callejon a destra con Malcuit (il francese sembra non aver ancora smaltito l’errore shock di due settimane fa), in avanti Mertens e Milik. In porta ci va Ospina che, dopo pochi minuti, viene colpito involontariamente alla testa da Pussetto: le condizioni dell’estremo colombiano appaiono subito serie ma resta in campo. Poco dopo il pari dell’Udinese di cui parleremo, il numero uno dei partenopei si accascia al suolo: tutti trattengono il respiro e la corsa all’Ospedale è immediata. Per fortuna, già dalle prime notizie, le condizioni di Ospina non desteranno più grandi preoccupazioni, fermo restando il controllo cui verrà sottoposto per i prossimi due giorni. Gioca maluccio il Napoli, soffre la velocità di Lasagna, Pussetto e Fofana, eppure si trova avanti di due gol grazie e Younes e Callejon (entrambi serviti da Mertens). Bello soprattutto il gol del tedesco, tiro a giro in stile Insigne per battere Musso. Ma l’Udinese è viva e, approfittando della scarsissima vena della mediana azzurra (male Allan, malissimo Zielinski nel primo tempo) pareggia in pochi minuti con Lasagna e Fofana che, anche grazie alla poca reattività dei centrali azzurri e dell’intontito portiere Ospina, portano la gara sul due e due.
Nella ripresa, però, Ancelotti corregge il Napoli e la gara si indirizza verso i padroni di casa: difesa di fatto a tre, Mertens a destra e Ghoulam, o quello che resta del suo ricordo, libero di attaccare. Milik fa tre a due da centravanti vero: colpo di testa su azione d’angolo, il quarto lo fa, finalmente Mertens che si mette in proprio e batte Musso con un preciso diagonale mancino. I cambi aggiungono poco: male Verdi (per l’applauditissimo Younes), pesce fuor d’acqua e incapace di tenere un pallone che sia uno e poi Hysaj per Malcuit nel finale.
Finisce 4-2, come lo scorso anno: ora c’è la sosta, mai come in questo caso utile per recuperare infortunati, acciaccati e influenzati. Le ultime dieci gare del campionato e i quarti di Europa League attendono il Napoli: nella speranza di ritrovare una squadra con maggiore brillantezza e qualche calciatore sano in più, che siano tutte gare da giocare con la massima determinazione per raggiungere i risultati che tutti si attendono.