Rasputin, il patriota è un nuovo manga distribuito da StarComics, ed è un’opera sorprendente. Bisogna però dimenticare l’oscuro consigliere dello zar Nicola II, il fumetto porta solo il nome del folle monaco Rasputin. Il manga narra invece delle relazioni diplomatiche tra Russia e Giappone, ancora oggi incrinate a causa di una disputa territoriale per l’arcipelago delle isole Curili (che si trovano a nord del Giappone n.d.r.) , di un processo mediatico e di misteriosi intrighi in parlamento.
Gli autori sono: Junji Itō, fumettista e sceneggiatore, considerato uno dei più importanti autori di manga horror, Masaru Sato e Takashi Nagasaki che vanta numerose collaborazioni con il fumettista e musicista giapponese Naoki Urasawa.
La prima cosa che viene in mente leggendo il fumetto è che finalmente viene trattato un argomento come la politica, cosa anomala dato che il mercato fumettistico giapponese non è abituato a prodotti riguardanti questo tipo di tematiche. L’argomento è spinoso, anche a causa del gran campanilismo che contraddistingue il popolo giapponese, e bisogna considerare che una grossa fetta di pubblico semplicemente non è interessata. Nemmeno i seinen, i manga per adulti, trattano in profondità questo tema, prediligendo altri generi dai ritmi più serrati. Per gli appassionati di storia e politica, quindi, Rasputin, il patriota, è una boccata d’aria fresca.
L’opera narra la storia di Yuki Mamoru, giovane diplomatico giapponese d’istanza in Russia particolarmente abile ad instaurare rapporti di fiducia con personaggi di spicco del decadente sistema sovietico. Questa abilità, che lo porterà ad affiancarsi al ministro Tsuzuki, si rivelerà controproducente, poiché all’inizio del volume verrà accusato di malversazione e arrestato. Il protagonista, però, non è che una vittima sacrificale per arrivare a Tsuzuki, un personaggio divenuto troppo scomodo per la politica nipponica.
Il manga è basato su una storia vera già raccontata nel romanzo autobiografico Kokka no Wana di Masaru Satofu . Gli autori reinterpretano la storia denunciando un ambiente politico corrotto e un sistema giudiziario interessato solo a gettare in pasto all’opinione pubblica un colpevole piuttosto che fare giustizia.
Rasputin, il patriota contiene innumerevoli spunti di riflessione: la contrapposizione tra bene e male, i rapporti ambigui tra procura e magistratura, la differenza tra giustizia e giustizialismo. Il tutto racchiuso in volume di ben 440 pagine che potrebbe rivelarsi una lettura troppo complessa per alcuni con dialoghi serrati e continui salti temporali, i quali uniti a una progressione della trama non sempre scorrevole e un abbondanza di nomi russi quasi impossibili da ricordare potrebbe essere un volume decisamente difficile da digerire per alcuni.
Il manga è ambientato quasi interamente in uffici spogli e in luoghi pesantemente sorvegliati , il che sembra non dare spazio a guizzi creativi. Gli spazi stretti e claustrofobici e l’espressività teatrale dei personaggi, che contrastano con un’atmosfera pregna di formalismi, contribuiscono a creare forte tensione nei momenti più ansiogeni. Momenti però alternati ad altri più rilassati, dove dominano gli spazi aperti e il contatto fisico; in questo il maestro Ito si è superato.
Al netto di qualche piccola sbavatura, che concerne soprattutto il ritmo non sempre incalzante, non si può non lodare il lato tecnico, la ricerca storica, i colpi di scena, la volontà di cimentarsi in un genere decisamente poco comune per un manga.
Rasputin, il patriota appartiene alla collana Umami di StarComics, e sarà diviso in 3 volumi.
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