Breve storia triste…. Ah prima di iniziare, questa volta si inizia subito con la trama (per modo di dire), quindi lancio fin da ora il più classico degli
ALLERTA SPOILER
Ora che siete avvertiti possiamo ripartire. Dicevo, breve storia triste: una ciurma di pirati del XVII secolo trova un ricco tesoro, in una caverna su un’isola caraibica. Prima di poterselo portare a casa il gruppo viene scoperto, reso immortale (come? Eddai! Siamo su Dampyr…) e contestualmente rinchiuso nella caverna. Ovviamente senza vettovaglie. Passano circa quattro secoli, il gruppetto finalmente si libera, ma solo per e venire massacrato in poche ore. La parola che state cercando è “patetico”, ed è del tutto appropriata. Ma non piangete per loro, erano già morti. E comunque c’è di peggio. Tipo essere costretti ad allearsi con i propri nemici. E venire sconfitti comunque…
Di nuovo.
Come è evidente Dampyr nº 227, Pirati, di Gualtieri e Delladio (in edicola dal 5 febbraio), non fa della trama un elemento centrale, ma conserva con qualche altro pregio. La vicenda è all’apparenza è piuttosto isolata dal quadro generale delle sottotrame dampyriane; una sorta di pausa nel dipanarsi del complicato conflitto sottostante alla serie. Unico, flebile legame con il complesso arazzo della serie è il vecchio Akhar Nun. Maestro della notte comparso nel lontano Dampyr nº 113 – La nave fantasma (Cajelli e Lozzi), era morto al termine dello stesso numero. Evidentemente la toccata e fuga è proprio una caratteristica della pirateria. Cosa c’entra qui? Mica posso rivelare tutto.
Fun fact: Akhar Nun deve il proprio nome ad Akharara, città dell’Asia Minore nella quale veniva anticamente venerato Char Nun. Il quale è a sua volta assimilato alla figura di Caronte… Che è un ottima spiegazione di come il traghettatore infernale riuscisse a spillare soldi PER portare le anime dall’altro lato… Profonda e ancestrale figura apotropaica il cavolo: una botta in testa e una mano nel portamonete, da buon filibustiere.

Tornando al presente, la linearità della trama di questo n°227 (ma che sto dicendo: non c’è alcuna trama!) è ampiamente compensata dalla presenza quasi sfiancante di un’azione adrenalinica. Complice il fatto che un fumetto non ha alcun limite di budget per gli effetti speciali, le cose in questo volume caraibico iniziano a esplodere abbastanza presto e smettono piuttosto tardi. Se ci aggiungiamo anche una dose di splatter più che rispettabile, ambigui apprezzamenti estetici e un pretesto iniziale da horror anni ’90, l’impressione complessiva è quella di un gustoso film di genere. Una di quelle pellicole in cui, al di là dell’apparenza rocambolesca, succede molto poco. Ma quel poco succede così rumorosamente da acquistare una sua importanza.
E poi comunque ci sono i pirati vampiri, non è sufficiente?