Riavvistati i Supereroi a Reggio Emilia: il Napoli ritrova lo smalto dei tempi migliori e supera il Sassuolo con un tennistico 6-1, risultato non nuovo contro i neroverdi, regalando la prima gioia sulla panchina azzurra a mister Calzona.
Mattatori dell’incontro, finalmente, i due protagonisti più attesi, Osimhen e Kvaratskhelia, autori rispettivamente di una tripletta e di una doppietta, per la gioia degli oltre 8mila napoletani presenti al Mapei Stadium.
Eppure, nonostante l’inizio incoraggiante, i Campioni d’Italia si erano ritrovati sotto anche contro la squadra affidata temporaneamente a Bigica, passsata in vantaggio con un destro imprendibile di Racic al quarto d’ora.
Il Napoli però dimostrava di essere in palla, continuando a giocare a ritmi alti e ad aggredire gli avversari per recuperare rapidamente il pallone: inevitabile l’uno-due che alla mezz’ora ha mandato al tappeto il Sassuolo, firmato da Rrahmani, preciso nell’infilare Consigli con un destro rasoterra su splendido assist di tacco di Anguissa, e da Osimhen, puntuale nel raccogliere l’invito di Politano, lanciato di prima in profondità da Di Lorenzo.
Il centravanti nigeriano si è ripetuto alla fine del primo tempo, ancora su assist dell’ex esterno dell’Inter, favorito da un errore in fase di costruzione di un Sassuolo ormai allo sbando.
La ripresa si è aperta come si era chiusa la prima frazione, ossia con un erroraccio dei padroni di casa di cui beneficiava Kvara, pronto a servire Osimhen davanti alla porta per la sua personale tripletta.
Il fuoriclasse georgiano, sbloccatosi con l’assit a “Air Victor”, ha poi trovato la gloria personale, prima uccellando Consigli con un destro a uscire dopo una delle sue classiche sgroppate a sinistra, e poi ribadendo in rete di sinistro una respinta corta della difesa neroverde su un suo precedente tiro dopo il corner di Politano.
Il resto del secondo tempo è stata pura accademia, utile soprattutto a Calzona per far rifiatare i titolari: il Napoli, improvvisamente, ha dunque ritrovato entusiasmo, gioco e gol, e arriva dunque nel modo migliore possibile alla vigilia del big match di stasera (ore 20:45) contro la Juventus di Allegri e dell’ex DS azzurro Cristiano Giuntoli.
Il CT della Slovacchia dovrà fare ancora a meno di Ngonge e Cajuste, ed è probabile che confermi gran parte della formazione vista al Mapei Stadium, con l’ottimo Traorè ad agire da mezzala sinistra e due ballottaggi in difesa: quello tra Ostigaard e Natan al centro e quello tra Mario Rui ed Olivera sull’out mancino.
il Napoli è in leggero vantaggio negli scontri diretti giocati in casa in Serie A, con 27 successi contro i 23 dei torinesi: una supremazia maturata proprio nelle ultime stagioni, visto che i partenopei hanno vinto le ultime 4 sfide giocate a Fuorigrotta.
Lorenzo Insigne fu grande protagonista nel 2-1 del 26 Gennaio 2020, quando chiuse i conti con un bellissimo destro al volo dopo il vantaggio firmato da Zielinski, e nella vittoria del 13 Febbraio 2021, quando realizzò il rigore decisivo, rifacendosi dopo l’errore dal dischetto di pochi giorni prima contro i bianconeri che costò agli azzurri la Supercoppa.
Sotto la guida di Spalletti sono arrivate le ultime due gioie, ovvero il 2-1 in rimonta dell’11 Settembre 2021 firmato da Politano e Koulibaly, e l’indimenticabile 5-1 del 13 Gennaio 2023, con la doppietta di Osimhen e le reti di Kvara, Rrahmani ed Elmas che lanciarono definitivamente il Napoli verso la conquista del suo terzo scudetto.
L’ultima vittoria della Juventus risale esattamente a 5 anni fa: il 3 Marzo 2019 furono Pjanic ed Emre Can a siglare il 2-1 finale, e a vanificare la rete della speranza di Callejon fu un altro rigore sbagliato da Insigne.
Il pareggio manca dal 2 Aprile 2017, quando Capitan Hamsik agguantò in bianconeri, passati in vantaggio con Khedira, e tenne in vita ancora per qualche settimana le speranze di scudetto del più bel Napoli allenato da Sarri.
Nonostante il quarto posto sia ancora lontanissimo, la sfida contro la Juve ha sempre un sapore particolare, e chissà che un successo contro i rivali di sempre non possa fungere da trampolino di lancio verso un’ultima, disperata, rincorsa all’Europa che conta.