Oggi Senzalinea ha il piacere di intervistare la talentuosa fumettista Martina Rossi, che con Phoenix Publishing ha pubblicato la bellissima graphic novel Percy’s Song. Lo scorso ottobre abbiamo già recensito l’opera, iniziamo subito con le domande:
Quale opera ti ha avvicinata al mondo dei fumetti?
Probabilmente il primo e più importante è stato “La mia vita disegnata male” di Gipi, anche se leggevo fumetti (principalmente manga) già da molto tempo.
Quali sono state le tue fonti di ispirazione?
In realtà la mia fonte d’ispirazione principale è stata l’illustrazione. Solo in seguito, ho iniziato ad avvicinarmi al fumetto, cercando sempre di ricreare le stesse atmosfere che trovavo nei libri illustrati. Sicuramente questo è anche il motivo per cui non ho preso le distanze dal disegno realistico.
Malgrado la tua giovane età sei stata già illustratrice, copertinista e ritrattista per varie case editrici. Quale tipo di lavoro senti più tuo?
Vorrei avere la possibilità di continuare a lavorare soprattutto come fumettista. Mi piacciono tutti questi settori e continuerò a portarli avanti come posso, ma scrivere fumetti è il lavoro che più appaga la mia voglia di raccontare storie e non solo disegnare progetti scritti da altre persone.
Il tuo tratto così delicato entra in contrasto con una storia cupa e affascinante, questo tipo di contrasto è voluto oppure è frutto del tuo backgroud professionale?
Un po’ entrambe le cose. Da una parte credo sia una cosa che ho “ereditato” spontaneamente dalle letture che mi hanno cresciuta, anche caratterialmente parlando. Dall’altra penso che accostare un tratto delicato a un contesto più cupo, crei nel lettore una sensazione disturbante ma allo stesso tempo molto affascinante. L’ambiguità è qualcosa che incuriosisce sempre il lettore (o almeno incuriosisce me).
Percy’s Song è un’opera adatta esclusivamente per un pubblico maturo, o può essere letta da giovani e giovanissimi?
La storia è leggibile anche da un pubblico giovane, ma credo che le tematiche principali che affrontiamo, parlino maggiormente a un pubblico maturo. Si può decidere di leggere la storia senza andare “oltre” o ci si può mettere in gioco, cercando d’immedesimarsi nei personaggi e nelle loro esperienze. Esperienze che di solito, riguardano una sfera emotiva più adulta. Assolutamente sconsigliato ai giovanissimi.
La tua è una storia dai temi quasi angoscianti raccontati con particolare sensibilità, quale emozioni e quale messaggio vuoi tramettere ai tuoi lettori?
Probabilmente ognuno troverà una sfaccettatura diversa alla quale affezionarsi e mi piace l’idea che si crei dell’interpretazione, quindi non metterò bocca sulle emozioni che potrebbero trapelare durante la lettura.
Tutto quello che posso dire, è che questa storia vuole metterci nella posizione di riflettere sul nostro rapporto con l’empatia e il giudizio, che sono le due più grandi problematiche dei nostri giorni. Forse più che dare un messaggio e una risposta inequivocabile da seguire, mi basterebbe solo che nel lettore si creasse una voglia di riflettere sul proprio modo di approcciarsi a queste tematiche e come esse riescano ad influenzare le nostre scelte.
Quale tipo di consiglio senti di dare ai giovani che si stanno avvicinando a questo tipo di forma d’arte?
E’ lo stesso che do a me stessa ogni giorno: essere artigiani e mai artisti. Questo è un lavoro metodico, in cui serve perseveranza, studio, dedizione, curiosità. Togliamoci dalla testa tutte quelle false illusioni che ci hanno affibbiato, coniando il termine “artista” e rimbocchiamoci le mani.
Puoi anticipare ai lettori di Senzalinea quali sono i tuoi prossimi progetti in ambito lavorativo?
Certo. Al momento sto lavorando principalmente come colorista per piccole case editrici americane, ma il progetto più importante al quale lavoro da anni, è una graphic novel che sto sviluppando con un editor inglese. E’ un progetto complesso e ambizioso e spero che riusciremo presto a farvelo conoscere.
Ed infine la domanda più difficile: cosa farà Martina da grande?
Martina purtroppo è già grandicella e la cosa le mette ansia. Ma spera con tutto il cuore di avere la possibilità di continuare a scrivere fumetti e di poter diventare colorista a tempo pieno.
- Phoenix Publishing su Facebook
- Percy’s Song sul sito Phoenix Publishing
- Presentazione della graphic novel presso la fumetteria Alastor di Napoli