Terza sconfitta post lockdown per il Napoli, che perde 2-0 a San Siro contro l’Inter di Antonio Conte, confermando una tradizione negativa purtroppo consolidata: un gol per tempo, con le firme di D’Ambrosio e del “Toro” Martinez.
Gli azzurri di Gattuso, dopo una brutta partenza culminata con la rete del terzino napoletano, hanno anche mostrato buone trame di gioco, confermando però una ormai atavica sterilità offensiva, unita ad una costante e preoccupante fragilità difensiva: 58 gol segnati in campionato (settimo attacco) e 13 reti subite dalla riapertura della Serie A (porta inviolata solo con Verona e Sassuolo).
Il tecnico calabrese, pur intravedendo dei progressi dal punto di vista qualitativo, ha parlato di squadra senz’anima, troppo rapidamente appagata dalla vittoria in Coppa Italia: per preparare al meglio mentalmente il big match del Camp Nou sarà dunque assolutamente necessario chiudere bene il campionato, dando il massimo nella sfida conclusiva del torneo.
Non sarà facile visto che l’ultimo atto della Serie A porta stasera al San Paolo (ore 20:45) la Lazio di Simone Inzaghi, in ripresa dopo la ripartenza-horror nel mese di Giugno, certa della qualificazione in Champions League e decisa a ritoccare il record di punti della storia del club, già raggiunto con la vittoria sul Brescia.
Il bilancio dei 64 precedenti a Napoli in Serie A è decisamente favorevole agli azzurri, vittoriosi in 31 occasioni a fronte di 10 sconfitte e 23 pareggi.
La vittoria più celebre è senza dubbio l’1-0 del 29 Aprile 1990, firmato da Marco Baroni con uno splendido colpo di testa, che regalò al Napoli di Albertino Bigon la certezza aritmetica del secondo scudetto della storia azzurra, dopo la vittoria a Bologna della settimana precedente che aveva consentito ai partenopei di staccare il Milan di Sacchi, battuto a Verona.
Un altro Napoli-Lazio fu decisivo per l’assegnazione dello scudetto, ma in questo caso a lottare per il tricolore, in un’emozionante corsa a 3, erano gli aquilotti di Maestrelli e Chinaglia.
Anche il 20 Maggio 1973 finì 1-0 per il Napoli, con la rete di Oscar Damiani nel finale (dopo una gara ricca di polemiche e scontri duri) che regalò in pratica lo scudetto alla Juventus vittoriosa in rimonta a Roma, mentre il Milan (in testa con un punto di vantaggio su laziali e bianconeri prima degli ultimi 90 minuti) perdeva il titolo cadendo nella “fatal Verona”, come sarebbe nuovamente accaduto 17 anni più tardi.
Più di recente Napoli e Lazio si sono contese al San Paolo altri traguardi importanti, in scontri diretti emozionanti e drammatici: basti pensare al match del 31 Maggio 2015, in cui le due squadre si giocavano il terzo posto, utile per la qualificazione in Champions League.
I partenopei, distanti 3 punti dagli aquilotti dopo un mediocre girone di ritorno, con una vittoria avrebbero agganciato i rivali, scavalcandoli in classifica in virtù degli scontri diretti grazie al successo dell’andata all’Olimpico, firmato da Gonzalo Higuain.
Il centravanti azzurro fu protagonista assoluto dell’incontro, nel bene e soprattutto nel male: dopo aver guidato i compagni (sotto 0-2 all’intervallo) ad una clamorosa rimonta con una doppietta, li tradì sul più bello (come avrebbe fatto un anno dopo, in un altro modo…) mandando alle stelle il rigore del sorpasso a una decina di minuti dalla fine; Onazi e Klose nel recupero resero la notte del San Paolo ancora più amara.
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La sfida per la conquista della qualificazione Champions tra le due squadre si era già proposta il 3 Aprile 2011: anche in quella occasione la Lazio, guidata in panchina dall’indimenticato ex mister azzurro Reja, si portò sul 2-0, ed anche in quel caso i partenopei rimontarono il doppio svantaggio con Dossena e Cavani nel giro di pochi istanti, ma un’autorete di Aronica qualche minuto dopo sembrava aver rovinato tutto.
Quel Napoli, però, non si arrendeva mai, ed aveva un leader vero in campo: il Matador Cavani, che prima su rigore e poi con un incredibile pallonetto a pochi istanti dal fischio finale, ribaltò il match, regalando la certezza del posto Champions (oltre alla speranza di uno scudetto, allora, ancora possibile) alla squadra di Mazzarri, ed un pomeriggio indimenticabile ai tifosi azzurri, molti dei quali in lacrime per la gioia e l’incredibile altalena di emozioni.
16 anni prima era stato il Napoli di Boskov a rimontare due gol alla fortissima Lazio di Zeman, avanti 2-0 all’intervallo della sfida del 12 Marzo 1995 grazie alla doppietta di Casiraghi: nella ripresa però si scatenò il colombiano Fredy Rincòn, che portò gli azzurri sul 2-2 con una doppietta.
Benny Carbone sprecò dal dischetto l’occasione del sorpasso, ma mentre i tifosi azzurri ancora imprecavano ci pensò Renato Buso (che sarebbe andato alla Lazio un paio d’anni dopo) a completare l’opera, mandando in visibilio la torcida partenopea con un preciso destro a 3 minuti dalla fine.
Anche le sfide meno “decisive” giocate nelle ultime stagioni, quasi sempre vinte dagli azzurri, sono state spesso ricche di gol: basti pensare al 4-2 del 13 Aprile 2014 (tripletta di Higuain e gol di Mertens), al 4-1 del 10 Febbraio 2018 (gol di Callejon, Mertens, Mario Rui ed autogol di Wallace) e soprattutto al 5-0 del 20 Settembre 2015, in cui Higuain, firmando un’altra doppietta (di Insigne, Allan e Gabbiadini le altre reti) si rifece del già citato errore fatale dal dischetto di pochi mesi prima.
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Per il “Pipita” fu solo l’inizio di una stagione magica ed irripetibile, che si concluse con la conquista del record assoluto di marcature in Serie A, 36, strappato a Nordahl grazie alla tripletta al Frosinone nell’ultima giornata.
Ironia della sorte, nello stesso stadio stasera potrebbe toccare al laziale Ciro Immobile (nativo di Torre Annunziata) togliere il record all’ex centravanti azzurro: il bomber biancoceleste, autore di un campionato strepitoso, è infatti a quota 35.
Viste le origini di Immobile, e soprattutto vista l’amara conclusione del rapporto tra il Napoli e Higuain (passato proprio dopo quel campionato super agli acerrimi rivali della Juventus, con tanto di visite mediche fatte di nascosto), non ci sarebbe da meravigliarsi se molti tifosi napoletani guardassero il match alla tv sperando anche in una doppietta (magari ininfluente) del centravanti laziale.
Sarebbe il modo migliore, in fondo, di cancellare l’ultimo ricordo agrodolce legato ad un ex idolo, tanto amato allora quanto odiato adesso.