Figli delle sberle è il nuovo singolo di Ianez, uscito per Satellite Rec., in cui il conflitto generazionale, un tema di costante attualità, diviene protagonista della nuova canzone che vede Lorenzo D’Annunzio al basso e Fabio Tumini alla chitarra, synth, drums, arrangiamenti e produzione. Il videoclip del nuovo singolo di Ianez è nato seguendo una trama precisa per tradurre, più fedelmente possibili, le parole del testo in immagini. Il risultato è un video “perfetto per il tema della canzone” in cui la normalità è la protagonista ed il testo è una sberla ed una denuncia del sentimento di un’intera generazione.
Ianez, all’anagrafe Andrea Iannone, è un cantautore e uno scrittore: dalla poesia alla prosa, la sua creatività non ha limiti. Eclettico, ha un passato black metal (con gli MNT “Melan Nephos Thanatou”), e si fa strada con i Renè Gioconda con il brano Eri distratta. Figli delle sberle è il terzo singolo, dopo i primi due: Siamo stati noi e Piscina (anche il mare si scorda di te.
Abbiamo scambiato due chiacchiere con Andrea per comprendere meglio il suo mondo.
Ciao Andrea, dalla tua biografia si evince che sei sia un letterato che un poeta: ti piace scrivere di più in versi o in prosa?
Ciao. Diciamo che i versi, quindi la composizione poetica è dedicata quasi interamente ai testi dei brani. La prosa invece per quanto riguarda la letteratura.
Parlerei più che altro di campi di applicazione differenti anche se in qualche modo collegati. Sicuramente scrivere in prosa, libero dagli schemi e dai bpm mi permette analisi più profonde, ma ciò che poi riporta i due stili sullo stesso piano d’importanza è il tempo.
Hai un passato da componente di varie band: cosa ha di diverso il progetto “Ianez”?
Faccio ancora parte di varie band, che vanno da un tributo ai Placebo ad una indie rock con la quale a breve faremo anche un inedito.
I gruppi danno motivazione e“Ianez” pur avendo l’immagine di un solista in realtà è sempre il frutto di un lavoro di squadra… di un gruppo. La differenza sostanziale sta nel lavoro di studio, di ricerca mirata di suoni e parole e nel cercare di semplificare il messaggio in favore dell’immediatezza, dell’immagine.
Con il tuo ex gruppo ti occupavi di un genere sicuramente diverso rispetto a quello odierno: cosa è cambiato nella tua produzione artistica?
La domanda trova una risposta in un’altra domanda: “cosa è cambiato attorno a me ?” Tutto, sempre, costantemente.
Cambi di vita e di punti di vista e così di conseguenza anche il modo di raccontare storie è cambiato e probabilmente cambierà ancora. Giocare con la mia identità è una cosa che mi diverte, mi permette di vivere gli stessi ambienti in modo diverso e di conoscere vari punti di vista.
“Figli delle sberle” è il tuo nuovo singolo, un brano ironico, dedicato a noi degli anni ’80. Come nasce l’idea di questo brano? Qual è il messaggio che ci vuoi far arrivare?
Questo brano nasce da Fabio che una mattina mi invia una base e un messaggio: “dimmi se ti piace”.
Nella stessa mattinata avevo già la bozza del testo, poi è arrivato il basso di Lollo (Lorenzo D’annunzio) a definire la ritmica. Il tema del brano è il conflitto generazionale. Quando ho scritto il testo, nei social era nata una polemica su di un paio di trapper e ho visto gente della mia età accusare le nuove generazioni di avere le orecchie disegnate.
Così mi è tornata in mente l’adolescenza, la “musica sbagliata”. Quante volte mi sono sentito dire dai miei genitori: “Ascolti solo musica di merda” e ricordo anche cosa pensavo ma è meglio non rivelarlo. Questo per dire che il conflitto generazionale è una costante ciclica, è l’errore di ogni cambio di generazione, forse è parte dei ruoli quindi inevitabile e che alla fine tutti diventiamo ”Figli delle sberle”.
Lorenzo D’annunzio e Fabio Tumini, rispettivamente al basso e alla chitarra. Quanto è importante la loro collaborazione?
Il loro ruolo è fondamentale. Fabio oltre alla chitarra, è autore anche delle basi e si occupa della produzione con la Satellite Rec. Lorenzo invece si occupa del suo strumento: “il basso” e mi da una mano anche nel definire le linee di voce. Senza di loro “Ianez” non potrebbe esistere.
Quali sono i tuoi progetti, sia in campo musicale che in campo letterario?
Per quanto riguarda la musica oltre al progetto omonimo ho tre band con le quali suoniamo in giro, almeno suonavamo in giro… ora facciamo dei live sul web di tanto in tanto.
Per quanto riguarda la letteratura, dopo “Sette foglie di Oleandro” che è uscito nel 2018 mi sono preso un periodo da dedicare solo alla musica. In questi giorni, data anche la situazione e il tempo a disposizione ho iniziato la stesura di un racconto che potrebbe introdurre un nuovo romanzo.
E allora facciamo un bell’ in bocca al lupo a Ianez nella speranza di sentirlo presto dal vivo!
Link video: https://youtu.be/64iiXCOFQl8
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