In un mondo in cui i ragazzini si suicidano per inseguire fantomatici giochi malati messi in atto da qualche folle genio dell’informatica, spunta una serie super avvincente su Netflix che però rischia di essere censurata. Quella che sta spopolando in tutto il mondo e che potrebbe raggiungere le vette più alte della classifica delle serie TV più viste di sempre, rubando addirittura il primato ad alcune serie famosissime come La casa di carta, si chiama Squid Game ed è visibile su Netflix da poco più di un mese. In tantissimi dopo il primo episodio non sono riusciti a fermarsi ed hanno continuato a guardare gli altri 8 episodi tutti d’un fiato, concludendoli in un paio di giorni, tanta era la curiosità di scoprire il prossimo gioco.
Sì perché la serie, che conta 9 episodi da quasi un’ora ciascuno, ha una trama molto particolare: girata in Corea, racconta la storia di un uomo ormai al fallimento totale della sua vita, disoccupato e con un matrimonio finito alle spalle. L’uomo di mezza età convive con la madre ormai anziana e malata, che nonostante ciò è costretta a lavorare per mantenere il figlio; intanto lui cerca un po’ di fortuna scommettendo sulle corse dei cavalli, ma non fa altro che peggiorare la sua situazione economica accumulando debiti con gli strozzini. La sua ex moglie ha un nuovo compagno con il quale a breve si trasferirà negli Stati Uniti d’America e col quale ha intenzione di formare una nuova famiglia, portando con sé la figlia avuta con il nostro protagonista. Questa condizione di estrema miseria porterà l’uomo ad accettare una proposta indecente, un gioco in cui il premio in denaro è altissimo ma la possibilità di vincere è molto remota e la penale è da pagare con la vita. Come lui altri 455 concorrenti partecipano al gioco, divenendo in un primo momento amici e raggruppandosi in squadre avversarie che man mano si sfalderanno, con colpi di scena continui e tradimenti che avverranno per un motivo ovvio: soltanto uno di loro potrà vincere l’imponente somma di denaro, soltanto uno di loro potrà sopravvivere.
La visione di questa serie non è adatta ai minori di 14 anni e su questo limite ci sono state moltissime polemiche. C’è chi ha proposto la censura, in quanto pericolosa per i più giovani, che potrebbero imitare le dinamiche del gioco. C’è chi invece punta il dito contro i genitori ormai poco attenti alla vita virtuale dei propri figli, accusandoli di creare delle inutili polemiche pur di non ammettere che non sono in grado di controllare o indovinare cosa passa nella testa dei propri figli. Sicuramente la serie è abbastanza cruenta ed impressionante, anche perché i giochi che vengono proposti ai concorrenti sono quelli tipici dell’infanzia, come ad esempio: un, due, tre, stella; sicuramente da un punto di vista educativo non è l’ideale che questi giochi dall’origine innocente, vengano riproposti in una rivisitazione thriller (o addirittura quasi horror) dove la punizione è la morte! C’è però da sottolineare che, oltre al limite d’età che probabilmente andrebbe innalzato fino ai 18 anni, in linea teorica non ci sono particolari critiche da fare alla distribuzione di questa serie, in quanto non rappresenta un modello diseducativo “peggiore” rispetto al resto che circola in rete.
Squid Game non è una serie per bambini, è una serie per adulti consapevoli e lucidi, proprio come lo sono la maggior parte di serie o pellicole dal genere thriller al giorno d’oggi. E’ anzi una sequenza di episodi super avvincente, che stupisce lo spettatore continuamente ed instancabilmente. La trama potrebbe vagamente ricordare un noto film dal titolo: The Saw – L’enigmista, anche se quest’ultimo era orientato maggiormente sul genere spaventoso, in quanto film dell’orrore vero e proprio. Squid Game invece non fa paura, ma appassiona veramente, nonostante le scene spesso sanguinose. Nel suo genere, si potrebbe definire un capolavoro di logica, grazie ai dettagli mai trascurati sia delle scene sia della storia, di facile comprensione grazie ai numerosi flashback sempre pronti a stimolare la mente e l’astuzia del pubblico.
In un certo senso Squid Game ha anche una sua morale: se nella vita reale le discriminazioni e i soprusi fanno parte delle abitudini di coloro che vengono considerati vincenti, nel gioco i concorrenti vengono messi nelle condizioni di essere tutti uguali; alla fine non è il più forte che vince la grande scommessa della vita, e nemmeno il più furbo o il più intelligente, la vera vittoria è perseguire la strada della lealtà, a qualunque costo! Seguirà una seconda serie, come si evince dall’ultimo episodio, ma difficilmente potrà essere bella come la prima. Che altro dire? Assolutamente da vedere, ma dopo aver raggiunto la maggiore età…