Largo Barbaia si trova in zona Mergellina, dedicato a Domenico Barbaja uno dei più importanti impresari teatrali. Nato nella provincia milanese trovò fortuna a Napoli. Ma cosa ci faceva un milanese a Napoli nell’ottocento? L’avventurosa vita di Domenico inizia in una poverissima famiglia, si racconta che anche quando diventò ricco e famoso non sapesse esprimersi correttamente in italiano, ma che la sua parlata fosse un singolare miscuglio di dialetto milanese con espressioni napoletane. Ma Domenico anche se non acculturato è sveglio è intelligente, da giovanissimo incomincia a lavorare in un Bar come sguattero. Una creazione fece la sua fortuna, un giorno diede vita a una bevanda con caffè, cioccolato e panna e gli impose il nome di “barbaiata”.Ma la sua carriera d’impresario teatrale è ancora lontana, diviene biscazziere al Teatro la Scala, all’epoca i teatri attiravano i giocatori d’azzardo e anche in quest’attività Domenico si dimostrò abile.
Ma Napoli cosa c’entra?Dal gioco d’azzardo, Barbaja guadagnò molto denaro e passò alla gestione dei Teatri. Dal 1809 al 1840 il Teatro S. Carlo venne da lui gestito e reso uno dei più importanti del mondo, facendo esibire il grande Gioacchino Rossini. Ma non solo, Napoli deve a lui la ricostruzione del Teatro San Carlo, devastato da un incendio nel 1816 che lo demolì completamente. Il nostro impresario promise al regante Ferdinando di Borbone di riedificalo in nove mesi e così fu. Segui i lavori di edificazione dell’importantissima chiesa di San Francesco di Paola a Piazza Plebiscito e riunì una collezione d’arte. A Napoli visse in Palazzo Barbaja, un bell’edificio di fine Seicento che sorge a Mergellina, oltre ad essere proprietario di un palazzo in Via Toledo e di una splendida villa di Ischia da cui gestiva musicisti e spettacoli. Morì nel 1841 con il rammarico di tutti.