Il Largo della Pignasecca, la centralissima zona a ridosso dell’odierna piazza Salvo D’Acquisto (un tempo largo della Carità) che oggi ospita uno dei più noti e esuberanti mercati di generi alimentari frequentato in ogni ora del giorno dall’alba al tramonto e oltre. Un tempo era una zona fuori delle mura della città e faceva parte dei giardini dei Signori Pignatelli. I giardini erano chiamati con il misterioso nome di “Biancomangiare” questo termine in Sicilia designava una pietanza preparata già in epoca medievale. Importata presumibilmente dagli Arabi, si diffuse in Italia, principalmente in Sicilia, verso il XII secolo, dove è presente in molti ricettari dell’epoca.
Con gran probabilità il Biancomangiare napoletano non era lo stesso presente in Sicilia, ma costitutiva comunque una crema dessert offerta alla fine dei pasti di casa Pignatelli. La parola Pignasecca nasce da un albero di Pigne, all’interno dei famosi orti, da cui nacque una simpatica leggenda. Pare che nel cavo di quest’albero avessero creato il loro nido delle gazze, uccelli notoriamente attirati da ciò che luccica. L’arcivescovo di Napoli, informato dei furti in quella zona e non avendo scoperto i responsabili decise di scomunicare i ladri. La bolla di scomunica fu affissa sull’ albero di pigna che da allora incominciò a seccare, da qui l’origine di Pigna secca.