Un Napoli brutto, troppo per essere vero, si salva a Cagliari, nel posticipo della ventiseiesima giornata, ma manca l’aggancio al Milan. In una giornata di campionato che sarà ricordata come quella in cui le grandi, o presunte tali, del campionato hanno fatto a gara a chi faceva peggio, gli azzurri si collocano nelle prime posizioni di questa infausta classifica.
Non si può omettere, tuttavia, come il Napoli, per l’ennesima volta in stagione, sia stato costretto a schierare una formazione a dir poco rimaneggiata, falcidiata da infortuni e forfait di ogni tipo.
Lozano, Politano, Lobotka, Insigne, Anguissa, Tuanzebe e con Osimhen e Fabian in panchina, teoricamente, per onor di presenza. Venendo meno a un modulo comunque collaudato, Spalletti ripropone per la seconda volta una difesa a tre, con KK, Rrahmani e Jesus, i due esterni a tutta fascia sono Mario Rui e Di Lorenzo (che darà forfait dopo 20 minuti per un trauma alla testa: al suo posto un impresentabile Malcuit), in mezzo al campo Zielinski, fuori ruolo e spaesato, con Demme, travolto dalla mediana di casa. In avanti, si fa per dire, Petagna con alle spalle Elmas e Mertens.
Soffre il Napoli, seppur nella prima frazione riesce a tenere dignitosamente il campo, costruendo anche qualche occasione promettente.
la speranza è che il Cagliari possa calare l’intensità e il Napoli risalire il campo. Purtroppo ciò non accade e gli isolani continuano a pressare come forsennati mentre il Napoli, che non gioca mai sulle corsie laterali, viste le assenze e le prestazioni inguardabili di Malcuit ed Elmas e che al centro non sfonda mai, con Mertens assente totale e Petagna abbandonato e rassegnato al suo destino, arranca e sbanda paurosamente.
Il gol del vantaggio è di Pereiro che, con un innocuo tiro da fuori, trova la paperissima di Ospina. Nessuna reazione del Napoli, encefalogramma più che piatto, mentre il Cagliari sbaglia ripetutamente il gol del raddoppio. A poco più di una ventina di minuti dalla fine, Spalletti rivolta la squadra mettendo dentro Fabian, Ounas e Osimhen, tornando a 4 in difesa. Nulla di trascendentale, sia chiaro, ma almeno la squadra ritrova un minimo di logica. Mentre i padroni di casa continuano a imperversare, ecco che Mario Rui, tra i meno peggio, crossa in area, una preghiera più che un tentativo convinto: a raccogliere le speranze di tutti i napoletani del mondo arriva Osimhen che vola in cielo e fa 1-1.
Un pari insperato ed immeritato, mentre Mazzarri, nella sua versione più grottescamente teatrale, si morde le mani.
In arrivo l’ennesimo tour de force: il Barcellona al Maradona Giovedì sera è la serata di gala. Ma servirà ben altro per avere la meglio dei catalani.
A seguire trasferta a Roma, sponda biancoceleste e Milan.
E’ il momento decisivo della stagione e le assenze sono pesantissime. Politano e Insigne, con Osimhen e Fabian a pieno servizio, serviranno per dare linfa e qualità, il resto lo faranno la voglia di vincere e di combattere che, va detto, a questa squadra non mancano.