Oggi si celebra il compleanno di qualcuno che per molti di noi ha rappresentato, e tutt’ora rappresenta (anche se con meno incidenza rispetto a qualche anno fa), colui con il quale abbiamo passato moltissimo tempo, ed al quale abbiamo affidato la diffusione delle nostre più ferme convinzioni. Sto parlando del primo social network “moderno”, Facebook, che oggi, 4 febbraio 2019, compie 15 anni.
Quello di cui vorrei parlare oggi, del social blu, riguarda non tanto la sua storia: per la nascita basta guardare il film The Social Network (2010) di David Fincher; per lo sviluppo basta aver vissuto su questa terra negli ultimi 10 anni; per il finale vedremo se ci sarà da aspettare tanto o se ci siamo più vicini di quanto si pensi. Decisamente poco interessante discutere della cronologia di Facebook; quello che vorrei descrivere oggi è il processo attraverso il quale esso ha influenzato il modo di pensare e di utilizzare internet, negli ultimi 15 anni.
Come molti di voi sapranno, Facebook non sta esattamente vivendo la fase più rosea della sua storia: tra i problemi legati alla violazione della privacy e l’avvento di nuovi social network (anche se alcuni di questi sono comunque di proprietà della società di Mark Zuckerberg, come Instagram e WhatsApp), Facebook sta venendo sempre di più oscurato, soprattutto nella visione dei giovani, ed il suo utilizzo è ormai limitato. Eppure non dobbiamo dimenticarci che Facebook, come ho detto anche in precedenza, può essere considerato come il primo vero e proprio social network moderno. Si perché il primo social network, cronologicamente parlando, è TheGlobe, una start-up ideata nel 1995 da due studenti americani che, sfruttando il boom economico di internet nei secondi anni ’90, tre anni dopo avevano fatto registrare il più grande profitto in un singolo giorno (fino a quel momento) da parte di una società.
Gli storici di internet, però, segnano un’altra data come nascita dei social network, ossia il 2003. Questo perché è da quella data che questo tipo di applicazioni hanno completato la loro “metamorfosi” trasformandosi nella creatura che sono oggi: mezzi di comunicazione crossmediali che mettono in contatto tra di loro milioni di persone nel mondo a migliaia di chilometri di distanza. Ma la vera chiave, a mio parere, del successo di Facebook è la capacità, da parte di Zuckerberg e dei suoi collaboratori, di gestire le crisi. Inutile girarci intorno, anche Facebook ha avuto momenti di crisi (a partire dalla sua fondazione abbastanza controversa), ma è stato in grado di trasformarsi da semplice fenomeno, come i primi social network degli anni ’90, a vera e propria realtà aziendale.
E, secondo me, la chiave del futuro del social blu non sta tanto nell’inglobare tutte le migliori feature degli altri “figliocci” di Zuckerberg nel figlio prediletto (come pare stiano cercando di fare), quanto nel riuscire ad innovare Facebook, cercando di carpire il meglio dagli altri, senza però essere costretti a comprare le altre contender. O almeno questa è l’utopia di chi crede ancora nella positività della concorrenza.