Con l’albo mensile numero 714 della serie regolare di Tex, dal titolo La rupe del diavolo, ritorna alla sceneggiatura un veterano come Claudio Nizzi, a brevissima distanza dal suo recente L’assedio di Mezcali. Anche in questa occasione la storia ideata si basa su un canovaccio abbastanza classico, che sembra fatto apposta per accontentare i lettori di lungo corso strizzando loro l’occhio come a dire “Ehi, Tex è sempre qui!”.
In aggiunta, Nizzi sfrutta uno scenario particolarmente amato, spostando questa volta il campo d’azione nello sconfinato Nord del continente americano già teatro di saghe apprezzatissime infarcite di giubbe rosse del Canada, indiani riottosi e sempre in rivolta e cacciatori di pelli come Gros-Jean. Il ritorno del trapper canadese è ulteriore motivo di interesse per un’avventura che si presenta con i migliori presupposti, ma che per alcuni dettagli non convince fino in fondo, anche se ci riserviamo un giudizio definitivo dopo aver letto la metà conclusiva inclusa nel prossimo albo.
Ritroviamo alcuni stilemi tradizionali e particolarmente cari a Nizzi in un plot estremamente semplice: Pierre è un coraggioso giovane armatore che ha deciso di mettersi in proprio con il suo battello fluviale, varato sotto il nome di Belle Star, facendo concorrenza al suo precedente datore di lavoro Henry Jackson, ricco e senza scrupoli. Costui non digerisce affatto l’idea di avere un concorrente, e si mette all’opera per sabotare il viaggio inaugurale del battello: è proprio Gros-Jean a convocare Tex e i suoi pards per partecipare all’evento e tenere d’occhio la situazione, componendo così un tipico microcosmo narrativo ambientato su una nave nel quale tutti hanno una parte più o meno attiva.
Non tutto è riuscitissimo, sotto il profilo narrativo, nella composizione di una trama che nelle premesse ambiva ad essere più corale del solito riproponendo – come spesso reclamato a gran voce dai lettori – tutti i pards in azione. Per Tiger Jack e Kit Willer infatti ci sono poche reali occasioni per mettersi in mostra, quando mettono fuori gioco gli uomini di Jackson, mentre Carson sembra quasi un comprimario spesso votato alla sola crapula. I veri protagonisti della storia sono Tex, Gros-Jean e il fiume Saskatchewan, teatro di una navigazione turbolenta tra tentati sabotaggi e risse che culmina nel cliffhanger finale, proprio nei pressi della Rupe del diavolo. È lo spuntone roccioso dove si sono appostati gli indiani Siksika per l’assalto al battello, che lascia presagire un seguito rissoso. È questo il motivo principale per cui preferiamo sospendere il giudizio sul soggetto di Nizzi, rimandandolo a storia conclusa per vedere dove ci porterà con l’albo successivo L’odissea della “Belle Star”.
Chi invece non ha bisogno di alcuna attenuante è Corrado Mastantuono, autore di tavole che sono una vera gioia per gli occhi di qualsiasi appassionato di fumetti. La sua carriera in Bonelli parla da sola, dal momento che ha contribuito al successo di Nick Raider prima (personaggio ideato proprio da Nizzi) e di Magico Vento poi, mentre su Tex lo si può considerare uno dei pilastri dell’attuale staff di disegnatori, anche se mancava addirittura dal N° 679 del 2017. Per La rupe del diavolo Mastantuono ha sfoderato tutto il suo cristallino talento disseminandolo tra le pagine e fornendoci una prova che svaria tra il realistico (mirabili le scene del battello alla fonda, o mentre scivola sulle acque del fiume fino ad essere trascinato verso le rapide) e il grottesco, con il tratteggio di una serie di canaglie salite a bordo della Belle Star, tutte figure caratterizzate in negativo per meglio restare impresse.
Per finire la copertina di Villa, che non ci mostra il battello ma inventa una dinamica scena con protagonisti Gros-Jean e Tex a bordo di una tipica canoa, entrambi con espressioni tese e contratte al cospetto della Rupe del diavolo e dei pericoli che si nascondono nella bruma.
uscita: 07/04/2020
Formato: 16×21 cm, b/n
Pagine: 112
Soggetto: Claudio Nizzi
Sceneggiatura: Claudio Nizzi
Disegni: Corrado Mastantuono
Copertina: Claudio Villa