Con Fuga sul mare, albo numero 19 della serie Tex Willer, prosegue l’avventura iniziata nell’albo L’agente federale (qui la recensione), ed è ancora lo stesso Tex a raccontarci in un lungo flashback le vicissitudini affrontate per sfuggire alla spietata caccia che gli ha dato l’agente federale Brian Carswell.
Lo fa mentre ha trovato rifugio dal suo amico Cochise presso il villaggio dei Chiricahuas, per cui siamo già al corrente del buon esito della sua fuga, ma è l’abilità di sceneggiatore di Mauro Boselli a renderla avvincente e ricca di colpi di scena, perché narrata a ritmi davvero serratissimi. Per chi ancora dovesse leggere l’albo, avvisiamo della possibilità di spoiler!
Costretto a imbarcarsi in maniera abbastanza “teatrale” sul battello Mary, saltandovi a bordo dal molo in sella al fido Dinamite, Tex segue così il suggerimento ricevuto a Corpus Christi dall’amico Milton Faver per mettere più chilometri possibili tra sé e Carswell. La rotta del battello è alla volta della Florida, ma il viaggio è denso di imprevisti, specie perché Carswell ha saputo prevedere ed anticipare la mossa di Tex grazie ai suoi agganci ed è già a bordo del battello sotto le mentite spoglie di un giornalista: del resto, sia noi che il futuro Ranger ancora non conoscevamo il suo volto.
Tra una partita a poker e un’indagine su misteriosi svaligiatori delle cabine della nave, Tex ha modo di far valere il suo senso di giustizia e di mostrarci quanto da ragazzo fosse sì imprudente, spaccone ed avventato, ma anche ben consapevole della propria rettitudine morale, un valore che non è disposto a sacrificare.
È un personaggio in divenire, distante dal granitico Ranger che conosciamo, ma è un piacere trovarlo così guascone nel suo rapportarsi con nemici, minacce… e persino con le donne!
Esaurite in circa 50 pagine di albo le avventure a bordo del battello Mary, dove per liberarsi almeno per un po’ di Carswell ha trovato a bordo degli imprevisti alleati in chi ha riconosciuto la sua buona fede, Tex inizia a raccontare come ha sbarcato il lunario a Tampa, in Florida. Vengono così gettate le basi per il seguito del suo racconto, che sarà incentrato sulla furibonda guerra tra l’esercito americano e i ribelli indiani Seminoles, ma ad aggiungere piacere di lettura a questo ciclo narrativo ci sono le ultime tavole dell’albo nelle quali Tex fa il bello e il cattivo tempo al tavolo da poker, dimostrandosi ancora più astuto e calcolatore.
Boselli continua ad evidenziare il carattere giovanile di Tex combattuto tra i suoi ardori e il desiderio di ripulire il suo nome, e viene coadiuvato anche stavolta dai disegni precisi ed impeccabili, quasi scolastici, di Michele Rubini. Come già accaduto nel precedente albo, Rubini ci propone la sua versione dinamica e snella del giovane Tex, ma anche inquadrature molto ben congegnate nei diversi passaggi narrativi e nei colpi di scena: ne segnaliamo almeno 3, dei quali uno un po’ “telefonato” ma gli altri davvero ben riusciti.
Ciò che rimpiangiamo a maggior ragione per una storia così divertente è la sua brevità: 64 tavole così raccontate da Boselli scorrono via in un lampo, sembra sempre di aver letto troppo poco rispetto al solito e dover attendere un mese per conoscere gli sviluppi è il prezzo da pagare. Viene in parte compensato dall’avere così più copertine di Maurizio Dotti, che stavolta non poteva fare a meno di ritrarre la scena più cinematografica di tutto l’albo, ovvero il salto a bordo della nave di Tex in sella a Dinamite, con annesso sorriso beffardo.
uscita: 19/05/2020
Formato: 16×21 cm, b/n
Pagine: 64
Soggetto: Mauro Boselli
Sceneggiatura: Mauro Boselli
Disegni: Michele Rubini
Copertina: Maurizio Dotti