E’ allestita nelle sale del PAN, (Palazzo delle Arti) di Napoli, in via dei Mille 60, la mostra personale di Isabella Staino, dal titolo: “Un mondo completo”, fino all’ 8 luglio 2018. E’ un percorso espositivo diviso in due parti, con opere che vanno dal 2010 al 2018, tele di grandi dimensioni e piccoli dipinti su carta, volti e frammenti di storie. Ai cicli pittorici ispirati a “Cristo si è fermato a Eboli”, visibili nella prima parte, segue la produzione artistica incentrata sul tema della sirena “Lighea”, ispirato all’omonimo racconto di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. I dipinti che accolgono i visitatori nascono dall’ascolto dell’audio libro “Cristo si è fermato a Eboli”, trasmesso su Radio 3 dalla trasmissione “Ad alta voce”. Il testo di Carlo Levi è letto dall’attore Elio De Capitani. Il lavoro della Staino è l’esito di un processo introspettivo, le parole ascoltate alla radio sono analizzate e rielaborate, e sulla tela trovano una loro “dimensione tattile”. Sono immagini in cui coesistono il mistero, l’umanità dolente e la ricchezza dei testi di Levi. E’ una pittura che utilizza tutti i colori della tavolozza, dai colori sgargianti, ai colori freddi, che riproducono spazi di vita domestica, storie e paesaggi della Lucania, da Stigliano ad Aliano. Una produzione proficua dedicata alle donne lucane, con al centro Giulia, la strega dalla forza armonica e la passività piena di potenza. Nelle opere di Levi non c’è mai scetticismo, ma una comprensione umana profonda, la Staino è l’interprete di questi sentimenti, dipinge un paesaggio arido e ostile, la testa di un animale macellato, un bambino segnato dalla miseria, svelando nel realismo, la loro tragica bellezza.
“Maria a’ Pastora”- Isabella Staino.
Il titolo di questo ciclo pittorico attinge in modo particolare ad un brano del libro che contiene drammatiche tensioni:”Tutto per i contadini, ha un doppio senso. La donna-vacca, l’uomo-lupo, il barone-leone, la capra-diavolo, non sono che immagini particolarmente fissate e rilevanti: ma ogni persona, ogni albero, ogni animale, ogni oggetto, ogni parola partecipa di questa ambiguità. La ragione soltanto ha un senso univoco, e, come lei la religione e la storia. Ma il senso dell’esistenza come quello dell’arte e del linguaggio e dell’amore, è molteplice, all’infinito. Nel mondo dei contadini non c’è posto per la ragione, per la religione e la storia. Non c’è posto per la religione, appunto, perchè tutto partecipa della divinità, perchè tutto è, realmente e non simbolicamente, divino, il cielo come gli animali, Cristo come la capra. Tutto è magia naturale. Anche le cerimonie della chiesa diventano dei riti pagani, celebratori della indifferenziata esistenza delle cose, degli infiniti terrestri dèi del villaggio”.
“La casa contadina”-Isabella Staino.
La seconda parte del percorso espositivo, la Staino trae ispirazione dal tema della sirena “Lighea”, ispirato all’omonimo racconto di Giuseppe Tomasi di Lampedusa: “Emergendo da tenebre luminescenti, da fondali animati da creature favolose, le donne-sirena chiamano e si chiamano l’un l’altra. L’antica Lighea, eterna adolescente, regina dei ricci, si mostra in un mare notturno, dall’onda pesante, silenziosa”.
“Un mondo completo”- Isabella Staino.
“Lighea”- Isabella Staino
“Lighea e il riccio”- Isabella Staino