Trama: Roma, autunno 1942. L’Italia è in guerra già da tempo, ormai, e con lei i Fontamara al completo. Molti degli uomini sono impiegati al fronte, e fra quelli rimasti in città serpeggia l’ombra scura del governo e delle sue nuove disposizioni. Per la Pregiata Forneria Principi sono anni bui, ma il senso degli affari della capofamiglia Eva permette al biscottificio di accaparrarsi molte commesse da parte del regime e di utilizzare i proventi proprio per aiutare coloro che le leggi razziali vogliono annientare.
Nel frattempo, il conflitto avanza e miete, impietoso, vite e speranze: mentre, tra le figlie, Myriam si arruola come infermiera volontaria e Diana continua la sua battaglia personale contro la madre, perdendosi fra relazioni pericolose e confuse, s’infrange il sogno della cognata Lia di rivedere il marito Ettore e s’incrina quello di Eva di riabbracciare il primogenito Gabriel, costretto dopo l’armistizio a scegliere se vivere o morire.
Quando la guerra entra a Roma, la situazione si esaspera: è il momento del tutto per tutto, delle corse nei bunker durante i bombardamenti, delle macerie, delle vittime, di una città che grida in silenzio di fronte ai rastrellamenti e si ribella.
Ma, nonostante tutto, la famiglia Fontamara troverà ancora una volta con determinazione la forza per lottare, seppur divisa, per un unico obiettivo: la libertà. Una libertà che ha sempre il sapore di un ritorno a casa.
Un mondo libero è il secondo avvincente capitolo della saga famigliare che ha già appassionato migliaia di lettori, una storia commovente di coraggio e resilienza.
Sperling & Kupfer
Recensione: Con Un mondo libero si conclude la saga dei Fontamara, iniziata con il precedente Una nuova vita.
Ritroviamo i personaggi in pieno periodo di guerra in cui Roma è devastata, messa in ginocchio, c’è povertà ovunque, soffrono anche quelli che prima vivevano una vita più che agiata, in questo caso i Fontamara. Abituati a non aver problemi di denaro, si ritrovano a dover far i conti con il conflitto bellico e ciò che ne consegue. La produzione dolciaria è ridotta all’osso, le materie prime scarseggiano e sono di qualità pessima, solo per il regime fascista c’è un occhio di riguardo.
Si rivive in maniera vivida e ravvicinata il periodo in cui le leggi razziali non guardavano in faccia a nessuno: i raid, le violenze, le ghettizzazioni. Un periodo buio, dove un flebile bagliore di speranza alimenta la forza di combattere, non abbassare mai la testa, opporsi ed andare avanti.
Eva è la solita Wonder Woman, forse anche troppo: prende le redini di tutto, è talmente forte e coraggiosa da risultare poco credibile.
Diana è talmente insopportabile da farmi venire la voglia di schiaffeggiarla da qui all’eternità: le sue cattiverie, la sua voglia di vendetta, porteranno ad atroci conseguenze. Il suo, da sempre precario, rapporto con la cugina Angela arriverà ad un punto di non ritorno ed a una conclusione tristissima.
Myriam è quella che mi ispira più simpatia, la più “regolare”, il personaggio meno eccessivo.
La base di questo romanzo, direi, anzi, di questa saga, è più che ottima, ma purtroppo, lo stile narrativo non mi ha convinta neanche questa volta: si descrive molto bene il periodo storico, ma il tutto si perde in verbosità e lungaggini eccessive, i dialoghi diventano interminabili, quasi monologhi, un continuo riferimento a ciocche di capelli dietro l’orecchio, mani intrecciate, dita alle tempie, capelli che una volta profumano di rosa, l’altra di gelsomino e così via, ci si chiama per grado di parentela (“cara cognata”, “cara sorella”…). Una serie infinita di cose, per poi, molto poi, arrivare ai punti salienti, che ci sono, per carità, ma così il lettore rischia di annoiarsi.
Non so se il finale apra le porte ad un terzo capitolo e non so se sarebbe un bene.
Un grande peccato, perché la storia narrata è bella, interessante, coinvolgente, ma, a mio avviso, ci sono troppi fronzoli e passaggi superflui.
Valentina Cebeni (Roma, 1985), amante delle storie da quando era bambina, coltiva sin dall’adolescenza la passione per la scrittura. Autrice tradotta in tutta Europa, con particolare successo in Germania, esordisce nel 2013 con L’ultimo battito del cuore, a cui seguono La ricetta segreta per un sogno e La collezionista di meraviglie. Una nuova vita. La saga dei Fontamara è il suo primo romanzo edito da Sperling & Kupfer.