Se il 2023 era finito male, il 2024 è iniziato ancora peggio: il Napoli di Mazzarri viene travolto anche a Torino, dove non perdeva da quasi 9 anni, e chiude il girone di andata al nono posto con la miseria di 28 punti, diventando la squadra Campione d’Italia con il peggior rendimento della storia della Serie A nella stagione successiva.
Più che la classifica, a sconfortare i tifosi azzurri è la prestazione della squadra, incapace per tutto il primo tempo di orchestrare azioni pericolose, e ostinata nel cercare il povero Raspadori con lanci lunghi, non trovando soluzioni migliori per superare il pressing dei ragazzi di Juric.
Proprio Raspadori, a metà primo tempo, ha poi sciupato l’unica combinazione riuscita sulla fascia destra tra Di Lorenzo e Politano, sparando su Milinkovic-Savic e allungando ulteriormente il digiuno del Napoli, che non segna da 4 partite e ha realizzato solo 4 reti nelle ultime 8 gare.
Il vantaggio granata, giunto con Sanabria a fine primo tempo sugli sviluppi di una punizione sulla quale tutta la difesa azzurra è rimasta immobile, e l’espulsione del neo entrato Mazzocchi per un’entrata killer su Lazzaro dopo appena 4′ dal suo ingresso in campo, hanno di fatto decretato l’ennesimo ko di una squadra che non sembra avere al proprio interno né la forza né la voglia di invertire questa catastrofica tendenza.
Il raddoppio di Vlasic, indisturbato nel trafiggere da lontano Gollini, e il tris di Bongiorno, che ha abusato di un indecente Juan Jesus per staccare su corner e insaccare sotto la traversa, sono serviti solo a rendere ancora più amaro il pomeriggio vissuto dal Napoli, che su questo campo 9 mesi prima aveva di fatto messo le mani sullo scudetto con una prestazione scintillante.
L’ennesima disfatta della fin qui avvilente gestione Mazzarri ha prodotto effetti immediati, con la squadra mandata in ritiro dal Presidente De Laurentiis, impegnato anche su un mercato pieno di difficoltà, visti i rifiuti di Dragusin e Samardzic (almeno per ora) e l’impressione che, con Meluso apparentemente poco coinvolto, si navighi a vista senza avere idee precise e un progetto tecnico per il medio-lungo periodo.
In questo clima caotico e deprimente, al “Maradona” oggi pomeriggio (ore 15) va in scena il derby campano con la Salernitana, reduce da alcune buone prestazioni ma ancora disperatamente in lotta per la salvezza.
Con Mazzocchi squalificato, gli africani assenti e nessun infortunato pronto a rientrare, il tecnico di San Vincenzo è ancora costretto a fare i conti con l’emergenza: in difesa e in attacco non dovrebbero esserci novità rispetto alla formazione di Torino, mentre a centrocampo Gaetano potrebbe sostituire l’irritante e distratto Zielinski “ammirato” all’Olimpico.
La Salernitana non ha mai vinto a Napoli in nessuna competizione: nei 12 precedenti giocati in casa partenopea, sono 7 le vittorie dei padroni di casa, l’ultima delle quali il 23 Gennaio di 2 anni fa, quando finì 4-1 per gli uomini di Spalletti con le reti di Juan Jesus, Mertens, Rrahmani e Insigne.
Il più recente dei 5 pareggi è ricordato con un pizzico di amarezza dai tifosi azzurri: il 30 Aprile 2023 infatti, in un “Maradona” pronto ad esplodere per la conquista del terzo tricolore nella storia del Napoli, il gol di Dia a una manciata di minuti dal termine vanificò il possibile gol scudetto di Olivera, e rimandò i festeggiamenti di un intero popolo di quattro giorni.
E’ triste pensare che in meno di 7 mesi si sia passati dal vedere il derby come l’occasione per festeggiare al considerarlo una sfida vitale per rilanciarsi in campionato, eppure bisogna fare i conti con la realtà.
In attesa di una Supercoppa che potrebbe regalare gioie insperate, una vittoria con i cugini granata potrebbe rappresentare l’inizio di una risalita verso i piani alti di una classifica che, con il quarto posto distante 5 punti, è l’aspetto meno negativo di un momento da incubo.