Dove tutto è iniziato…
Utawarerumono è una serie particolarmente amata dal pubblico nipponico e dagli appassionati delle produzioni ludiche giapponesi. I vari titoli hanno una giocabilità semplice tra visual novel e Jrpg, ma con trame complesse ed un’interessante backstory. Gli sviluppatori di Leaf hanno saputo conquistare un buon numero di fan grazie al mondo creato per Utawarerumono; a metà tra fantasy e fantascienza. In occidente la pubblicazione dei titoli, se si escludono le patches amatoriali su PC , è avvenuta con Utawarerumono: Mask of Deception e Utawarerumono: Mask of Truth, entrambi sequel del primo titolo rilasciato nel 2002 su PlayStation 2. Oggi finalmente, dopo anni, anche il pubblico occidentale potrà scoprire da dove tutto ha avuto inizio, rivivendo la storia dell’originale Utawarerumono grazie a Utawarerumono: Prelude to the Fallen. Il gioco è un remake del primo episodio che arricchisce gli elementi da visual novel originale aggiungendo nuovi artwork e sostituendo il vecchio battle system con quello dei due sequel usciti recentemente. Un’operazione necessaria che svecchia il titolo uscito nel 2002 permettendo ai nuovi giocatori di capire come tutto è iniziato, rispondendo a tutti i quesiti che gli appassionati si erano posti giocando ai due sequel.
Più visual novel che altro
Analizzare il titolo Leaf può anche aiutare a capire come mai il gioco è riuscito a incantare così tanto i suoi fans, tanto da convincere diverse compagnie a produrre diverso merchandising ed una serie anime di successo; un trattamento simile a quello successo con Sakura Wars di Sega.
Come detto Utawarerumono alterna dialoghi a box con combattimenti che non presentavano una complessità strategica; il combattimento ricopre un ruolo decisamente secondario. Filosofia poi ripresa anche in altri produzioni, come il famosissimo Fate/Stay Night pubblicato per la prima volta un anno dopo l’uscita di Utawarerumono.
Una trama decisamente interessante
La storia del gioco segue il nostro protagonista che si ritrova senza memoria in un piccolo villaggio rurale. Ad abitarlo ci sono degli esseri umani con alcune strambe caratteristiche come code e orecchie a punta, il questo mondo non ci sono particolari tecnologie, sembra di trovarsi un un tempo storico riconducibile al medioevo. Nel piccolo villaggio di contadini si è accolti in casa da Eruruu, una giovane ragazza figlia dell’anziana capo villaggio, che si prende cura della sorella Aruruu. La ragazza ha trovato il protagonista agonizzante nella foresta con il volto oscurato da una maschera irremovibile. Il ragazzo sarà comunque ben accolto dalla comunità che è sfruttata e vessata da un impero crudele, a causa di tributi troppo alti e milizie spietate. Dopo la spiegazioni dei fatti e il racconto del contesto inizia la storia vera e propria: un’avventura di riscatto e ribellione, dove uno straniero finirà per cambiare un mondo che non gli appartiene. Lo sviluppatore Leaf riesce a dare spessore alla trama grazie al racconto corale evitando la sindrome dell’”eroe catalizzatore” dell’intera trama. Tutti i personaggi del gioco hanno un ruolo ben preciso ed un’ottima caratterizzazione seppur derivata dai soliti cliché giapponesi. La trama di Prelude to the Fallen ruota attorno alla piccola comunità del villaggio, ponendo di fronte al giocatore eventi che sedimenteranno l’affetto verso i vari personaggi.
Tra vecchio e nuovo
La parte narrativa è rimasta praticamente uguale alla versione originale, mentre il sistema del gioco è stato aggiornato prendendo in prestito diversi elementi dai titoli più recenti. Durante la narrazione della visual novel la grafica, rispetto al passato, ha subito dei ritocchi evidenti pur non tradendo lo stile da anni ’90. In particolare, gli sfondi sono stati completamente rifatti, con immagini in alta definizione che rendono giustizia ai paesaggi immaginati dagli autori originali. Come detto però il grosso cambiamento è nel combat system, identico a quello dei suoi due sequel. Il mix di strategia e dinamismo accontenterà i fan con un sistema di combattimento bilanciato tra quick time events e abilità. Il lato RPG di Utawarerumono: Prelude to the Fallen è, invece, abbastanza facile da gestire, anche questo intermezzo della parte novel del gioco. Da questo punto di vista Prelude to the Fallen è di gran lunga superiore all’esperienza originale con una certa attenzione al dettaglio, il tutto impreziosito da una buona esperienza “cinematografica” e una maggiore spettacolarizzazione di alcuni attacchi.
Comparto audio rinnovato…ma non tutto!
Oltre al rinnovamento del gameplay, lo sviluppatore Leaf non ha trascurato il comparto audio aggiungendo nuove musiche ai tanti brani rimasterizzati conservando il doppiaggio originale. Per i puristi c’è anche la possibilità di impostare solo i brani presenti nel disco d’origine. Anche in questa versione manca la localizzazione in italiano, una mancanza, seppur comprensibile, che limiterà la conoscenza del franchise ad un pubblico più ampio.
Considerazioni finali
Utawarerumono: Prelude to the Fallen è un ottimo remake della visual novel che ha dato inizio a una saga molto amata in Giappone. Questa versione del gioco è un’ottima occasione per conoscere il gioco, fino ad ora mai localizzato ufficialmente in alcuna lingua occidentale. Non si tratta del remake più atteso del 2020, ma rimane uno dei meglio realizzati; una piccola perla che ha fatto commuovere tanti giocatori quasi due decenni fa.