Nel 1801 l’ufficiale austriaco Giuseppe De Thurn, brigadiere di marina per la flotta borbonica, acquistò alcuni fondi terrieri, nella zona più alta e panoramica di Posillipo. Il conte Thurn fece edificare una piccola residenza con cappella privata ed un giardino; tutto il resto della tenuta fu invece destinato ad uso agricolo.
Nel decennio dal 1806 al 1816, con la momentanea destituzione dei Borbone dal Regno di Napoli ad opera delle truppe napoleoniche, la proprietà del conte Thurn venne confiscata dall’amministrazione francese.
In seguito grazie al restaurato regime borbonico fu restituita nel 1817 al conte, che la mise in vendita. Nel marzo 1820 la principessa di Gerace e il figlio don Agostino Serra di Terranova acquistarono la proprietà , che prese il nome di “Villa Serra marina“. Nel 1857 gli eredi vendettero la proprietà a Luigi di Borbone, comandante della Marina napoletana; da questo momento la villa fu detta “la Brasiliana” in onore della moglie di Luigi, sorella dell’imperatore del Brasile.
Nel momento della crisi del regno di Napoli di fronte all’avanzata garibaldina, fu esiliato in Francia e di conseguenza la “Brasiliana” fu venduta.
La acquistò un facoltosissimo uomo d’affari, Gustavo Delahante, che la tenne fino al 1897 senza tuttavia effettuarvi lavori di particolare rilievo e come i suoi predecessori, tralasciando tutte le attività agricole. Nel 1897, fu comprata da lord Rosebery, politico britannico che ritiratosi dalla vita politica decise di soggiornarvi per dedicarsi a tempo pieno agli studi storico-letterari. Villa Rosebery si trasformò quindi in un luogo riservato, aperto a pochi studiosi del lord inglese. Ma, non potendo più contare sui frutti dell’attività agricola ormai dismessa, la manutenzione della villa era divenuta dispendiosa e lord Rosebery decise di venderla al governo inglese e di far ritorno alla vita politica
La villa fu però utilizzata solo sporadicamente come luogo di villeggiatura degli ambasciatori inglesi in Italia, dopo alcuni anni pertanto anche il governo britannico optò per una cessione a titolo gratuito, questa volta allo Stato italiano.
L’atto di donazione che sancì il passaggio della proprietà al nostro Stato fu firmato nel 1932 dall’ambasciatore del Regno Unito e da Benito Mussolini. La villa poi fu quindi messa a disposizione della famiglia reale per i soggiorni estivi.
Nel 1934, alla nascita della primogenita del principe ereditario Umberto, la residenza prese il suo nome e divenne “Villa Maria Pia”. Vi rimarranno fino all’abdicazione e alla partenza per l’esilio in Egitto, il 9 maggio 1946. Recuperata dallo Stato italiano dopo un breve periodo di requisizione nel 1946 da parte degli eserciti di occupazione alleati, la villa fu concessa fino al 1949 all’Accademia Aeronautica. Rimase quindi vuota e in abbandono per diversi anni finché una legge del 1957, includendola fra i beni immobili in dotazione alla Presidenza della Repubblica, non ne determinò la rinascita, facendola diventare residenza estiva del presidente della repubblica.