WONDERBOOM!
uno spettacolo di Stefano Cenci
con Stefano Cenci, Chiara Davolio, Filippo Beltrami
drammaturgia di Stefano Cenci e Chiara Davoli
regia Stefano Cenci
una produzione Pensieri Acrobati
in collaborazione con Sotterraneo
www.stefanocenci.org
“Dicono che il denaro non faccia la felicità,
ma se devo piangere preferisco farlo sul sedile posteriore di una Rolls Royce piuttosto che su quelli di un vagone del Metrò.”
Marilyn Monroe
“Nella vita ci sono cose ben più importanti del denaro.
Il guaio è che ci vogliono i soldi per comprarle!”
Groucho Marx
COS’È WONDERBOOM?
Il pubblico arriva in sala, la trova immersa nel fumo, nella nebbia, ma una luce dorata e forte e televisiva illumina già la scena, sul fondo della quale uno schermo gigante riporta la sopracitata frase di Groucho Marx. I due assistenti, Chiara e Filippo, sono già in scena in abito formale, pantaloni e giacca nera, camicia bianca, cravatta, occhiali neri, come due valletti, come i famosi rapinatori di Tarantino. Stanno lì, immobili, accanto al podio luminoso del battitore d’asta, mentre un lugubre suono di fondo, un lungo terremoto di bassi armonici continui incute timore. È chiaro a tutti che qualcosa sta per succedere, qualcosa di obliquo, comico e pericoloso. Quando tutto il pubblico sarà al suo posto partirà “Money” dei Pink Floyd, la scritta WONDERBOOM riempirà lo schermo ed entrerà anche il battitore dell’asta, Stefano.
Buonasera e benvenuti a Wonderboom! Wonderboom non è uno spettacolo. Non è una performance, non è nemmeno un intervento artistico, una installazione, un happening, no. Wonderboom è un’asta. Non sforzatevi quindi di ricavarci sottotesti o dietrologie, riferimenti alla scena del contemporaneo, all’attualità. È un’asta e serve solo ad una cosa: monetizzare. Monetizzare, è quello che la generazione precedente alla nostra ci ha insegnato, quella messa al mondo dal boom economico postbellico, e poi degli anni ’80, quella del tutto è possibile, quella del self made man. Monetizza. Esprimiti. Esprimiti e monetizza. Quindi, questa sera, immaginiamoci tutti insieme – perché l’immaginazione è la base di questo giochino che è il teatro – che il nostro sia un mondo in rovina, al tracollo, che per un motivo o per l’altro tira gli ultimi – lo so, lo sforzo non dovrebbe essere troppo elevato. E immaginiamoci che un eccentrico scienziato, o una multinazionale, abbia inventato delle capsule magiche, delle arche, che salveranno dallo sfacelo, dall’oblio, tutto quello che contengono. E ovviamente lo spazio al loro interno, gli slot a disposizione, sono a pagamento! Siete disposti a mettere mano al portafoglio per salvare le bellezze di questa vostra città, il vissuto, i ricordi delle persone che l’hanno popolata, l’arte, la natura, la cultura, i suoi sapori, e farne gli elementi per andare a comporre un nuovo mondo possibile, migliore, un mondo oltre questo mondo? Cosa volete salvare ad ogni costo e cosa invece siete disposti a lasciare andare nella dimenticanza? Lo deciderete voi. Pagando.”
Queste sono le premesse (poi subito tradite, in maniera provocatoria, spiazzante e ironica) di Wonderboom, che è di fatto un’asta ma anche uno spettacolo cantato recitato e danzato, una performance e un vero e proprio happening. È una sfida, una relazione frontale e diretta, un gioco a premi, col pubblico. Lo spettatore sarà un protagonista attivo e dalle sue scelte si trarranno le somme di tutta la serata. Ognuno dovrà metterci la faccia, e dovrà mettere mano al portafoglio per qualsiasi cosa. È un corteggiamento incessante fatto di aspettative tradite e ribaltate. È la messa in discussione di quello che siamo come esseri umani, oggi e qui, su quello che vorremmo essere, su quello che potremmo.
“Questa sera vi presenteremo dodici lotti; articoli scelti attentamente come simbolo e rappresentanza della vostra meravigliosa città. Partendo dal dodicesimo, come fosse un apocalittico countdown, quando raggiungeremo lo zero dovremmo immaginarci che la fine arrivi, e al termine della serata avremo la fotografia definitiva di quello che siamo e che siamo stati. E anche avremo, forse, tra le mani il progetto per un nuovo mondo che rinasca dalle ceneri del passato, senza la minaccia di una metastasi di comportamenti, attitudini e immaginari, che la Storia ha consegnato al nostro presente.”
COME FUNZIONA WONDERBOOM?
Già in biglietteria, all’ingresso, il pubblico ha avuto la prima sorpresa. I soldi spesi nell’acquisto del loro biglietto gli sono stati restituiti (nella totalità o in parte) in monete da 1 e 2 euro dentro un sacchettino.
“Bene, all’ingresso vi sono stati ridati i soldi del biglietto da spendere per i lotti, ma sappiamo che in tasca ne avete molti di più: se avete il bancomat, noi abbiamo il pos, se avete la carta di credito noi abbiamo una fessa dove strisciarla, se avete assegni noi li accettiamo. Tutto ciò che avete raccimolato in questa vita, sappiate che è fatto per essere speso. Perciò se avete collane, anelli, bracciali, spille e orologi, se avete borsette firmate, scarpe costose o smartphone, beh non pensiate di uscire da qui come siete entrati. Tanto già lo sapete che un giorno di tutte queste belle cose, non resterà niente. E oggi potrebbe essere arrivato quel giorno.Se vedete un lotto che volete, potete acquistarlo. Se pensate che qualcuno dei lotti sia meritevole di essere salvato, compratelo! Quello che comprerete lo porterete a casa, sarà salvato, trasmesso ai posteri, nel futuro. Quello che deciderete di non salvare verrà relegato all’oblio, alla dimenticanza. Noi lo distruggeremo e lo butteremo qui. (Entra un enorme, ineluttabile e terribile bidone della spazzatura) Questa sera sarà anche una sfida tra voi e noi, una gara a chi è più meschino. Perché voi potreste da furbetti tornarvene a casa coi soldi del biglietto. Il mio compito sarà farveli spendere tutti e possibilmente anche di più. Questa sera tutto qui è in vendita. Tutto qui può essere salvato, tutto potrebbe andare distrutto. Sta solo a voi. Benvenuti.”
L’ASTA
L’asta è una serie di dodici lotti appunto, articoli in vendita (spesso oggetti, altre volte situazioni più astratte e azioni teatrali) e saranno accompagnati da una presentazione e cadenzati (come fossero capitoli e tappe di una via crucis) da scritte sullo schermo. Gli articoli saranno intervallati da numeri musicali e video che facciano continuamente oscillare lo spettatore tra momenti di euforia e di intrattenimento sfrenato e momenti più profondi e taglienti. La progressione stessa dei lotti è pensata affinché i primi siano più introduttivi al meccanismo dell’asta e che facciano rompere il ghiaccio nella consapevolezza che partecipare non è un optional ma il vero senso e motore della serata.
Il fatto che i lotti siano pensati a ogni replica per il contesto ospitante – la città con le sue peculiarità, le meraviglie artistiche, con le sue problematiche, con le tradizioni in ogni campo, senza giudizio o retorica,- permette al pubblico un immediato senso di riconoscimento e affiliazione, e quindi agevola l’interazione. Il prezzo dei lotti sarà tarato, ovviamente, sul numero di spettatori presenti e il costo del biglietto. In pratica sul cash che il pubblico ha a disposizione nei propri sacchettini. Ad esempio il primo lotto sarà “Lotto n°12 – Cartoline da (inserire nome della città in si svolge l’asta)”.
In questo primo lotto verrà presentata al pubblico la possibilità di salvare dalla distruzione delle cartoline d’epoca, di quelle che si trovano dai rigattieri, dagli svuota soffitte, nei cassetti dei nonni, raffiguranti i luoghi più belli della città. Magari alcune di queste cartoline sono anche già usate e quindi dietro hanno un indirizzo, un messaggio, una calligrafia, una storia. Un pezzo di vita. Un pezzo di città. Queste cartoline verranno battute a un prezzo fisso (che sarà una delle modalità di vendita) di 2€ ad esempio. Di ogni cartolina se ne mostrerà la bellezza, si racconterà in scioltezza del luogo o del monumento o del panorama che ritraggono, e chi vorrà, dal pubblico, farà un cenno e un valletto consegnerà allo spettatore l’articolo acquistato. I soldi raccolti finiranno in una boule di vetro illuminata dall’alto che si riempirà piano piano e sotto gli occhi del pubblico.
Dopo aver venduto un certo numero di cartoline, il lotto si chiude e le cartoline avanzate, con tutto il loro corollario di bellezza e romanticismo, verranno relegate all’oblio, cioè strappate e buttate senza troppo affetto nel bidone dell’immondizia. Questo primo lotto, seppur nella semplicità, risulta già abbastanza violento all’occhio dello spettatore, perché quelle cartoline, presentate come opere uniche e bellissime, vengono eliminate senza possibilità di ritorno. Da qui in poi, e portandosi dietro questo sentimento, lo spettatore starà molto attento a sacrificare qualcosa e sarà disposto veramente a pagare anche oltre il prezzo del biglietto per salvarlo. Anche perché verso la fine dell’asta, i lotti diventano più significativi e la richiesta si alza.
Un altro esempio?
Immaginate che ad un certo punto appaia sullo schermo la scritta “Lotto n°2 – Il violino”, immaginate che ci troviamo a Brescia ad esempio (luogo del debutto di Wonderboom nel novembre 2021 per Wonderland Festival). Entra in scena una ragazzina di quindici anni vestita da concerto suonando una bellissima melodia, magari Bach. Il battitore dell’asta comincia a raccontare che il violino ha sì origini antiche e che tutti noi sappiamo essere di natali cremonesi, ma che una leggenda meno nota (Wikipedia insegna) vuole che la forma del violino, quella sua forma femminile e sinuosa, sia stata invece ideata da un liutaio bresciano, Gasparo da Salò.
“Ora la domanda è: ce la meritiamo questa bellezza? Lo vogliamo portare con noi il violino nel mondo che ci stiamo immaginando oltre al mondo? È anacronistico e possiamo immaginarci un futuro senza? Diciamoci la verità, senza giudizio. Quanta musica del genere ascoltate nelle vostre giornate? Quanto violino c’è nella vostra vita? Lo definireste fondamentale? Forse lo è per Giulia… Vedete, Giulia è da quando ha sette anni che ogni giorno per due/tre ore sta abbracciata a ‘sto pezzo di legno per produrre tanta bellezza. La sentite la musica? Se non salviamo il violino, Giulia forse ci resterà anche male, ma è giovane, avrà tempo per rifarsi e ce li abbiamo tutti i nostri traumi. Lo volete il violino, il suo suono, questa musica, nel mondo del futuro? Bene. In questo lotto se non raggiungiamo il prezzo dell’articolo sfilerò dalle mani di Giulia il suo violino e lo spaccherò qui per terra davanti ai vostri e ai suoi occhi. Questo lotto ha un valore collettivo di 200€, se non lo raggiungerete io sfilerò dalle mani di Giulia il violino e lo spaccherò davanti a tutti noi. Abbiamo qualche offerta?”
Alcuni lotti saranno giocosi e divertenti, spensierati e piacevoli; in altri sarà palpabile la tensione (e lo sgomento) perché il sacrificio, in caso di non acquisto, sarà emotivamente alto e il pubblico sarà chiamato veramente a una scelta tra cuore, umanità, sensibilità, desiderio e mere e pragmatiche economie.
COSA SERVE?
Wonderboom nasce da un piccola indagine necessaria alla creazione della versione site specific dell’asta. In collaborazione con il contesto ospitante si andrà ad individuare cosa recuperare e chi coinvolgere per allestire i lotti. La drammaturgia di Wonderboom è a fisarmonica e parallelamente alle parti fisse è pensata con compartimenti disponibili a raccogliere il materiale umano e poetico proveniente dal territorio. Oggetti, idee, ospiti.I temi trattati in questo viaggio sull’identità di uno specifico contesto umano e sociale, possono essere tantissimi come detto:
- c’è l’aspetto artistico (e nella nostra penisola non manca mai, per fortuna, anche nel centro urbano più piccolo, uno o più elementi paesaggistici o architettonici che siano caratteristici e sinonimi di bellezza, o un personaggio illustre, un musicista storico o contemporaneo, una compagnia teatrale, un fotografo, un pittore);
- c’è l’aspetto manifatturiero e industriale (cosa sostiene e caratterizza in termini economici e lavorativi il territorio);
- c’è l’aspetto enogastronomico (e anche qui non manca mai il gioiello di rappresentanza in qualsiasi comune o città si prenda ad indagine);
- c’è l’aspetto sociale (le peculiarità, i punti critici, le eccellenze della vita sociale cittadina, anche passando dai grandi stereotipi che tutti conosciamo, di come siamo “diversi” nei modi e nelle attitudini, noi italiani, percorrendo la penisola);
- c’è l’aspetto sportivo e aggregativo (la rinomata squadra di calcio, di pallavolo, le bocce, il pattinaggio, così come anche festival e feste ricorrenti del libro, della poesia, dei giochi da tavolo…)
- c’è l’aspetto storico (i personaggi e gli accadimenti che hanno caratterizzato la crescita del territorio, se non a volte della nazione, in campo politico, dell’innovazione scientifica eccetera…)
E a questi temi si affiancano quelli più generali su cui riflettere, fondamentali per comporre questo ideale mondo oltre il mondo. Temi importanti che verranno sempre trattati con ironia e senza giudizio o retorica, come la bellezza, la democrazia, l’inclusione del diverso, l’eternità e la morte, le armi, il matrimonio e il divorzio, l’aborto, la pena di morte, la libertà d’espressione.