Bartolomeo Di Giovanni è stato recentemente vincitore del concorso internazionale di poesia “Popolo errante” 2023, primo classificato per la miglior composizione. Ma questo è solo l’ultima vittoria di una carriera nella scrittura e nei versi, già navigata. Bartolomeo gioca con le parole inanellando versi dolci e antiche verità. Sembra di essere trasportati in un tempo antico dove la saggezza nasce dal vivere quotidiano e non dallo studio applicato.
Yasepha tra le colonne del tempio non è una semplice raccolta di poesie, ma anche di constatazioni sulla crescita interiore (sua e di riflesso degli altri), sullo scavare dentro se stessi ”per non sprofondare” ma anzi per elevarsi al massimo delle proprie possibilità intellettive. Versi poetici come grappoli d’uva molto maturi nonostante la giovane età dell ‘autore.
Bartolomeo o più semplicemente Theo, non è per tutti, e nei suoi scritti traspare forza, ecletticità e speranza.
Partiamo dal titolo Yasepha. Cosa vuol dire?
Yasaph: dell’ebraico Accrescere/Aggiungere…Il Padre è la figura simbolica della Crescita, dell’insegnante, del donare parte di sé in atto amorevole, è Kenegdo (Confronto, di fronte, costola, occhi negli occhi) necessario per moltiplicare l’essenza del Dialogo. Un titolo che riveste un importante incontro, anime affini che procedono lungo lo stesso sentiero, che accrescono, appunto, la curiosità verso la conoscenza, forza che predomina gli animi curiosi, mai sazi di scrutare, analizzare…
La lettura della raccolta presuppone la conoscenza del tuo lavoro letterario precedente, ce ne parli in breve?
Si, è un continuo del lavoro precedente, un percorso iniziatico dove l’intesa di pensiero prevale a quella effimera dei sensi. Ogni incontro che infittisce le trame dell’anima é un dono, siamo su un pianeta che non può prescindere dal Tempo-Spazio, pertanto è proprio questo elemento che si offre quale capacità di aggiungere ogni giorno piccoli mattoncini per la realizzazione del tempio interiore.
A che punto sei della tua crescita interiore?
La crescita interiore non ha mai punti, é una costante esponenziale, senza dubbio, rispetto agli anni trascorsi questi ultimi quattro anni sono stati molto formativi tale da, a volte, fare fatica a riconoscere le tracce sulle scuole di un percorso , probabilmente obbligatorio. Ad un certo punto ci sono elementi che non hanno più bisogno di essere esaminati, di essere posti nel calderone della discussione! Per esempio, adesso, dal punto di vista sentimentale conosco la mia volontà ma soprattutto cosa non mi è più utile, quando senti che si è realizzata una armonia bisogna iniziare a suonarla. Sicuramente, e con un certo orgoglio, la vita durante i primi quarantadue anni di percorso terreno, non è stata clemente, ho conosciuto il Dolore, e mi reputo fortunato, chi non lo ha conosciuto, prima o poi deve farci i conti, e più tempo passa più potrebbe essere difficile riuscire ad estrarne i contenuti propedeutici.
Quali libri o romanzi ti hanno formato?
Non ho dei libri ben precisi, quelli che mi stanno a cuore sono diversi tra loro, per genere, per epoca. Quando mi piace un libro cerco di leggerlo lentamente, lasciando sempre le ultime due o tre pagine senza leggerle. Per l’Etranger di Camus, ho atteso 25 anni per leggere la fine. Petrarca , Tasso e Leopardi sono stati i primi poeti che ho conosciuto, poi Verlaine, Rimbaud, Baudelaire, Chateabriand. Da alcuni anni ho ripreso Dante, dal punto di vista esoterico, poi c’è il grande Hölderlin, Rilke. Tra i miei grandi Amori c’è Alda Merini, e poi non poteva mancare Patrizia Valduga, che ho conosciuto grazie all’amico poeta Nino Velotti, che posso definire il mio insegnante di metrica classica, materia, o meglio, tecnica che mi ha sempre affascinato. Velotti e Valduga, pur nella loro diversità, creano poesia e ritmo. Fammi pensare ad altri autori che hanno inficiato nella mia vita…Paramahansa Yogananda, l’autobiografia di uno Yogi. Ah Kierkegaard, e l’esistenzialismo, mi appassiona molto l’Ermeneutica di Gadamer. C’è poi la Torah, i libri dell’esoterismo ebraico, tra i quali Annik de Souzenelle e Luca Gavazzi.
Insomma non c’è un libro ben preciso.
Fine prima parte