Salve bella gente.
La capitale della Scozia è una città magica. Di ritorno dalla fredda Edimburgo ho scoperto una cosa molto carina che vi racconto adesso.
Ad Edimburgo esistono i gay own shopper, in pratica è una nuovissima moda non ancora pubblicizzata sul web, ma forse lo fanno apposta, nella quale delle facoltose signore super impegnate affittano dei gay per fare gli acquisti al posto loro in alcune boutique convenzionati.
Vi spiego nel dettaglio:
In giro per lo shopping da turista ho notato degli adesivi sui vetri in alcuni negozi in cui si pubblicizzava questo servizio. Donne impegnate con lavoro e figli (!) mandano al posto loro un uomo gay a fare spese, una sorta, per capirci di “Ma come ti vesti?” ed un “Wedding Planner” messi insieme. Il ragazzo, stilosissimo ed informato sulla moda, sempre con l’ultimo numero di Vogue sotto il braccio la prima cosa che fa è andare a casa della cliente che lo ha contattato (non esiste una vera e propria agenzia, il servizio pare lo fornisca il negozio stesso ) e si incontrato. Il giovane scatta foto, prende misure e valuta il guardaroba della donna per farsi un’ idea, poi carico di informazioni si reca al negozio e aggiungendo il suo tocco “gay” personale sceglie a suo gusto un abito che a suo parere può far brillare la cliente. Ed il gioco è fatto.
La particolarità è che non si recano entrambi nel negozio ma solo il personal shopper, lui si limita a inviare foto dell’abito alla cliente tramite smartphone. L ‘abito viene preso a prestito per misurarlo e se va bene la cliente invia il denaro al negozio o usa il personal per pagarlo facendogli fare da tramite. Serve a fidelizzare il cliente al negozio. Il ragazzo viene pagato dalla donna ed in percentuale dal negozio.
Ha senso? Non lo so, ma c’è gente impegnata che si diverte anche a fare questo. Una sorta di STATUS SYMBOL , sai che figo poter dire: “Si cara, ci vengo alla cerimonia, ho appena mandato il mio shopper a scegliere quale cosina”.
Perché un gay? Qui giocano i luoghi comuni buoni, che ben vengano se creano lavoro. Pare che i gay abbiano buongusto, sono gentili, riconoscono mode, colori, abiti, misure e fanno tanto chic.
Ma andare a scegliere un vestito non è per una donna un evento esso stesso?
Perdersi il piacere di entrare in un favoloso negozio, misurare abiti, magari non avere il problema di guardare prima il cartellino del prezzo, uscire dal negozio come pretty woman sommersa dai pacchetti e ticchettare sulle nuove Jimmy Choo fino al primo taxi? È un po’ come fare la scheda in palestra e poi farla eseguire a qualcun altro.
Non ho visto nessun personal shopper, pare siano molto discreti, una sorta di 007 della moda fedele e discreto con licenza di stile. La discrezione sembra essere una delle caratteristiche di questi pusher del vestiario.
Forse I soldi danno alla testa e fanno perdete aderenza al suolo, non c’è paio di tacchi che tengano..
Va bene che siete nel Regno unito ma di QUEEN ce n’è una sola……….