Attualmente, tra i top film visti su Netflix c’è 365 giorni, un film molto simile a 50 sfumature di grigio con tematiche polacche.
I protagonisti sono Laura (Anna Maria Sieklucka), una giovane donna polacca che viene rapita da un mafioso italiano, Massimo (Michele Morrone). L’intero film si basa su questo rapimento: Massimo chiede alla donna una convivenza di 365 giorni per mostrarle il suo lato migliore e farla innamorare di lui.
La donna, titubante, viene presa dalla “sindrome di Stoccolma”, ossia quella caratteristica dove alcune persone rapite si innamorano del proprio rapitore, che la costringerà ad accettare la proposta dell’uomo.
Dopo violenze, molestie di ogni genere, ed essere stata ammanettata al letto Laura si ossessiona all’uomo, facendo diventare il film una versione ancora più hard di 50 sfumature.
A lasciare di stucco è però il finale, dove si scopre la donna incinta di Massimo, così i due decidono di sposarsi.
Ma non è tutto: un socio di Massimo scopre che dietro tutta questa storia esiste un tranello per uccidere Laura. Dopo aver scoperto il piano, forse troppo tardi, il film finisce con la macchina dei due che entra in un tunnel, lasciando così il finale a bocca aperta. Questo dà sicuramente l’intenzione di un sequel, lasciando aperta la domanda: Laura sarà viva o morta?
Non c’è dubbio che la pellicola, dopo la sua uscita, è stata massacrata dalla critica. Un film che, seppur rimane un film, tocca temi davvero orribili, quali il sequestro, la tortura, e l’amore malato.
Mi viene da pensare: se è vero che il amore ogni mezzo è valido per conquistare la persona, anche la violenza è lecita?
E voi, che ne pensate?