Il 7 aprile (ore 18.30 e 20.15), a Palazzo Ricca, sede dell’Archivio Storico del Banco di Napoli (via Tribunali 214), torna a grande richiesta il nuovo spettacolo itinerante di NarteA, “84 giorni – Le ombre di Caravaggio”, scritto e diretto da Febo Quercia, con Mario di Fonzo, Annalisa Direttore, Andrea Fiorillo, Matteo Lanzara, Peppe Romano, che partendo da una fede di credito ritrovata presso l’Archivio Storico del Banco di Napoli, ricostruisce scenicamente le vicende misteriose legate alla realizzazione di un quarto Caravaggio a Napoli.
Per partecipare è necessaria la prenotazione ai numeri 339 7020849 o 333 3152415. Costo biglietto: 15 euro.
Tra le novità che NarteA propone al suo pubblico per il decennale della sua attività è previsto un nuovo spettacolo itinerante dedicato alla figura di Michelangelo Merisi, che ruota intorno al mistero dei quattro quadri prodotti dall’artista a Napoli in soli 84 Giorni. Nel capoluogo partenopeo il pittore dissoluto e chiaccherato per le sue ambigue frequentazioni – amante di donne e di uomini, spavaldo nel guardare in faccia la vita come la morte – incontra un uomo senza scrupoli, il mercante Radolovich. A lui, che tenta di rubargli l’anima imponendogli la commissione di un quadro il cui soggetto Caravaggio definisce mediocre, opporrà tutta la sua grandezza d’artista.
Testimonianza certa vuole che il quadro di Radolovich sia stato pagato all’artista in anticipo: 200 ducati. Lo attesta una fede di credito ritrovata tra le cedole di pagamento dell’Archivio Storico del Banco di Napoli. Della Madonna con bambino in braccio non è stata però rinvenuta traccia a Napoli. Che cosa accadde tra il tormentato artista Merisi, capace di scrutare tra le profondità e gli abissi dello spirito umano e l’avido mercante? Tante le ipotesi emerse lungo il corso della storia: si sostiene che il quadro non sia mai stato realizzato o che sia entrato nella composizione delle Sette opere della Misericordia. Incompiuto o portato a termine da altra mano, le dicerie si rincorrono giungendo fino a Vienna, dove una Madonna del Rosario sembra incarnare esattamente le caratteristiche della commissione di Radolovich.
Come in un giallo storico, Febo Quercia ricostruisce la vicenda, muovendosi tra testimonianze scritte e le ombre di un uomo tormentato, che ha fatto dei suoi demoni fulgida bellezza, traendo ombre dalla luce e luce dalle sue stesse tenebre interiori.