Trama: Pubblicati per la prima volta in Italia nel 1997, “I vendicatori” e “Desperation” sono due romanzi complementari, uniti dallo stesso, mostruoso protagonista: Tak, la forza oscura, una creatura diabolica e informe, in grado di scatenare un apocalittico scontro fra bene e male. E quello che accade a Wentworth, nell’Ohio, quando un’esplosione di inaudita malvagità e violenza si abbatte sulla piccola comunità, sovvertendo l’ordine delle cose. Solo una casa sembra indenne alla furia che sta devastando il quartiere, una casa in cui una donna e suo nipote lottano disperatamente contro l’entità che si sta impossessando di loro… Ed è anche quello che succede a Desperation, una tetra cittadina mineraria nel deserto del Nevada, dove alcuni inconsapevoli viaggiatori approdano senza sapere che una presenza demoniaca ha contagiato il sottosuolo e si è impadronita del corpo del poliziotto Collie Entragian.
Pickwick
Recensione: Stephen King può usate qualsiasi pseudonimo, ma resta sempre il Re. Richard Bachman è infatti lo pseudonimo che King ha utilizzato dal 1977 al 1984, per poi riprenderlo nuovamente anni dopo nonostante ormai il trucco fosse stato svelato e con questo firma “I vendicatori” e “Desperation”. King si diverte a giocare coi lettori e in una nota presente tra le prime pagine viene raccontato di come la moglie di Bachman, anni dopo la morte del consorte, avesse trovato tra le sue cose in cantina il manoscritto de I Vendicatori, pronto per essere inviato all’editore creando l’illusione che Bachman sia stato veramente esistente nel panorama della narrativa.
La malvagità è la protagonista dei due romanzi, una malvagità che ha un nome, Tak, ma non ha forma, la assume impossessandosi dei corpi che hanno la forza di ospitarla. I personaggi del primo libro si ripetono nel secondo, ma se ne “I vendicatori” sono tutti vicini di casa, in “Desperation” non si conoscono, ma sono accomunati dal fatto di essere stati presi in ostaggio.
Non c’è un ordine prefissato per leggere le due opere, volendo si potrebbe cominciare dall’ultima.
Si tratta di storie ben costruite, con dosi pari di orrore, malvagità, sovrannaturale, fantastico ed elementi splatter. Altro ingrediente fondamentale è l’angoscia che abbonda e pagina dopo pagina non abbandona mai il lettore, tanto da farmi versare qualche lacrima a fine lettura, come segno di liberazione.
Come ogni libro di Stephen King che si rispetti, anche questi contengono digressioni lunghe, ma non noiose e certamente non fondamentali per le storie.
In entrambi i libri il ruolo di sedare il male, viene assegnato ai personaggi più puri: i bambini.
STEPHEN KING vive e lavora nel Maine con la moglie Tabitha e la figlia Naomi. Da più di quarant’anni le sue storie sono bestseller che hanno venduto 500 milioni di copie in tutto il mondo e hanno ispirato registi famosi come Stanley Kubrick, Brian De Palma, Rob Reiner, Frank Darabont. Oltre ai film tratti dai suoi romanzi, vere pietre miliari come Stand by me – Ricordo di un’estate, Le ali della libertà, Il miglio verde, It – per citarne solo alcuni – sono seguitissime anche le sue serie TV. Per i suoi meriti artistici, il presidente Barack Obama gli ha conferito la National Medal of Arts. Nel 2018 ha ricevuto il PEN America Literary Service Award.