L’isola in provincia di Napoli, Procida, è stata nominata Capitale italiana della cultura 2022.
Il presidente della giuria, Stefano Baia Curioni, ha comunicato la scelta nella giornata di ieri al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini.
La novità rispetto alle edizioni degli anni passati é molto rilevante.
Procida é una piccola isola che conta poco più di diecimila abitanti ed è la prima volta che tale titolo viene riconosciuto ad un borgo e non ad una città, capoluogo di provincia o regione.
La Capitale italiana della cultura è stata introdotta con il Decreto Legge 31 maggio 2014, n. 83, contenente nuove misure in materia di tutela del patrimonio culturale, sviluppo della cultura e rilancio del turismo (convertito in legge e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 175 del 30 luglio 2014).
Nel 2015 il titolo è andato alle cinque città, Lecce, Siena, Cagliari, Perugia-Assisi e Ravenna, tutte candidate al titolo di Capitale europea della cultura 2019, andato poi a Matera. Capitale italiana della cultura 2016 è stata Mantova; nel 2017 Pistoia; nel 2018 Palermo; nel biennio 2020/2021 é toccato a Parma che ha prolungato di un anno il suo ruolo per l’avvento della pandemia che ha fortemente limitato la realizzazione della progettualita’ e delle iniziative culturali per cui era stata premiata.
Per il 2023 ci sono già i nomi delle prescelte: Bergamo e Brescia.
La scelta di Procida è la quinta, in ordine di tempo, ad avere il ruolo di capitale per un anno intero da sola senza altre città con cui condividere il titolo e a ottenere un milione di euro dal Ministero dei Beni Culturali per la realizzazione del suo progetto.
Nelle motivazioni della scelta, la Giuria ha evidenziato che “il progetto culturale presenta elementi di attrattività e qualità di livello eccellente. Il contesto dei sostegni locali e regionali pubblici e privati è ben strutturato. La dimensione patrimoniale e paesaggistica del luogo è straordinaria. La dimensione laboratoriale che comprende aspetti sociali di diffusione tecnologica è dedicata alle isole tirreniche, ma è rilevante per tutte le realtà delle piccole isole mediterranee. Il progetto potrebbe determinare grazie alla combinazione di questi fattori un’autentica discontinuità nel territorio e rappresentare un modello per i processi sostenibili di sviluppo a base culturale delle realtà isolane e costiere del Paese. Il progetto è inoltre capace di trasmettere un messaggio poetico, una visione della cultura che dalla piccola realtà dell’isola si estende come un augurio per tutti noi, al Paese nei mesi che ci attendono“.
Come sottolineato nell’atto di investitura, ad essere premiata all’esito di una valutazione attenta e meticolosa non é la città più bella, storica o rinomata, ma é la progettualita’ proposta e la sua capacità di rivestire il ruolo impegnativo e responsabile di divenire Capitale italiana della cultura, ponendo in essere azioni e iniziative di significativa originalità e importanza.
Emerge sempre più fortemente in questi anni che la sfida da affrontare non é affatto una gara semplice proprio perché investe un elemento terzo rispetto alle bellezze e potenzialità territoriali ovvero la qualità e concretizzabilita’ delle proposte progettuali avanzate.
E cosi la giuria evidenzia come “Ogni città ha portato nel suo progetto le proprie gemme e i propri demoni. E la buona notizia è che l’idea di uno sviluppo sociale ed economico a base culturale sta diventando un approccio comune e una pratica progettuale concreta. La cultura è pensata come pane quotidiano, finalmente“.
La vittoria di Procida che per la prima volta a causa della pandemia é stata comunicata dal Ministro Franceschini in diretta web con i sindaci delle altre nove città partecipanti (Ancona, Bari, Cerveteri RM, L’ Aquila, Pieve di Sovigo TV, Taranto, Trapani, Verbania, Volterra PI) ha lasciato senza parole per la sorpresa e l’entusiasmo il primo cittadino procidano, Raimondo Ambrosino che ha dichiarato emozionato “Una sorpresa che nasce da lontano, sapremo rilanciarci dopo la pandemia“.
La più piccola delle tre isole del Golfo di Napoli, Procida ha l’opportunità dunque di riscattare la sua identità e la sua storia e svelare le sue bellezze e il suo fascino, dal mare alla terraferma.
Molti dei suoi cittadini vivono di mare, essendo pescatori o comandanti di navi che solcano i mari di tutto il mondo e ovviamente, dell’immancabile risorsa del turismo, così in affanno in questo momento.
Bastino per tutto per chi arriva Terra Murata, Palazzo d’Avalos che il Sindaco desidera restaurare finalmente, il casale Vascello e poi la spiaggia che ha ospitato il Postino con un sognante Massimo Troisi. E ancora il piccolo pittoresco quartiere dei pescatori, la Corricella, il porto che accoglie con le sue caratteristiche case colorate e accoglienti dove il blu del mare, gli anfratti di spiagge nascoste e la scoperta della natura incontaminata sapranno conquistare i cuori di nuovi turisti ed appassionati.
Le spiagge bellissime, la Chiaiolella così caratteristica e la meraviglia di Vivara, un’isola che é attaccata a Procida da un ponticello che è il passaggio dell’acquedotto verso Ischia e che da tempo è una riserva naturale protetta e salvaguardata.
E la cucina, la gastronomia, il profumo di limoni, le prelibatezze offerte dal mare tipiche della cultura isolana in cui il tempo sembra essersi fermato di fronte alla bellezza della natura e dei suoi colori e dei suoi panorami.
Il progetto di Procida si presenta originale fin dal suo titolo “LA CULTURA NON ISOLA” che incuriosisce e accattiva l’attenzione rivelando già le intenzioni di una progettualita’ aperta come dichiarato nel dossier “la terra isolana è luogo di esplorazione, sperimentazione e conoscenza, è modello delle culture e metafora dell’uomo contemporaneo. Potenza di immaginario e concretezza di visione ci mostrano Procida come capitale esemplare di dinamiche relazionali, di pratiche di inclusione nonché di cura dei beni culturali e naturali”.
Il programma prevede ben 44 progetti culturali che si sviluppano nell’arco di 330 giorni di programmazione, con la partecipazione di 240 artisti, 40 opere originali e 8 spazi culturali rigenerati.
Cinque le sezioni che costruiscono il progetto:
– Procida inventa con processi ed eventi propriamente artistici: mostre, cinema, performance e opere.
– Procida ispira in cui l’isola diviene fonte d’ispirazione, sia come luogo reale, che come spazio dell’immaginario.
– Procida include con progetti di inclusione sociale che utilizzano i linguaggi dell’arte come strumenti di espressione dell’individuo posto in relazione alla collettività.
– Procida innova con la promozione di un rapporto tra cultura e innovazione, favorendo momenti di confronto in un percorso di rivalorizzazione strategica del proprio patrimonio culturale.
– Procida impara con il rafforzamento di una comunità educante, mediante la creazione di alleanze aperte che mirano al coinvolgimento di tutti i soggetti territoriali dal pubblico al privato sociale.
Ecco, dunque, che Procida si é guadagnata a pieno titolo lo scettro di capitale della cultura per il 2022: tanta attesa e voglia di vedere, conoscere, vivere e respirare la sua bellezza, arte, storia, natura, paesaggi, mare, spiagge e scenari suggestivi di una splendida isola con un’esperienza unica e tutta da scoprire.