Quello fu un Mondiale diverso da tutti gli altri. […] Non era un successo […] che riguardasse solo noi, la squadra, ma una vittoria che apparteneva a tutti, coinvolgeva milioni di persone […]. Era l’82, l’Italia usciva appena dagli Anni di piombo, dal delitto Moro… La vittoria del Mondiale in Spagna spazzò tristezze, angosce e paure. Per il Paese rappresentò un motivo di riscatto, una botta di ottimismo. […] Per tutti questi motivi dico che fu un Mondiale unico. (Paolo Rossi)
Questa sera, come sappiamo, dopo la vittoria di martedì, in semifinale, ai rigori contro la Spagna, la nazionale italiana di calcio, guidata dal ct Mancini, disputerà, a Wembley, la finale degli Europei contro l’Inghilterra. Nel corso delle partite, gli azzurri si sono notevolmente distinti per la qualità del gioco espresso e, stasera, non possiamo fare altro che stare incollati alla TV per tifare e sperare nell’ultima vittoria definitiva che possa portare la squadra ad alzare la coppa. Come buon auspicio, possiamo ricordare che proprio in questa data, 39 anni fa, ovvero l’11 luglio del 1982, l’Italia trionfava in un’altra finale, quella degli storici mondiali in Spagna. Si trattò del terzo mondiale vinto dalla nazionale azzurra, dopo quelli del 1934 e del 1938, seguito da quello del 2006, in Germania. Dunque, con la vittoria per 3-1 sulla Germania Ovest al Santiago Bernabeu di Madrid, l’Italia di Bearzot, Zoff e Pablito Rossi salì sul tetto del mondo. Fu un successo davvero inatteso, giunto dopo un avvio difficile – con solo tre pareggi nella prima fase a gironi contro Camerun, Perù e Polonia – le polemiche in casa e il silenzio stampa. Poi, incredibilmente, nella seconda fase, contro l’Argentina e il Brasile, gli azzurri vissero una vera e propria metamorfosi e fecero una cavalcata fino a sollevare la coppa, con la presenza, sugli spalti, del presidente Pertini arrivato nella capitale spagnola per assistere alla partita.
La finale iniziò male per l’Italia che al 7′ vide l’uscita forzata dal campo di Graziani per un infortunio alla spalla; gli subentrò allora Altobelli che pochi minuti dopo tentò di servire in area Conti, il quale venne però atterrato da un difensore tedesco, vedendosi assegnare il calcio di rigore. Sul dischetto si presentò Cabrini, il quale sbagliò calciando il pallone fuori, alla sinistra del portiere. Gli uomini di Bearzot non si persero però d’animo e nel secondo tempo trovarono il gol del vantaggio con Rossi, su assist di Gentile. Poco dopo un contropiede di Scirea venne concretizzato in rete da Tardelli, il quale esultò con il suo famoso urlo correndo verso la metà campo, agitando i pugni contro il petto, con le lacrime e con il grido a ripetizione «gol!». A pochi minuti dallo scadere Altobelli segnò, poi, il terzo gol. Da qui al fischio finale la Germania Ovest riuscì solo a segnare il gol della bandiera con Breitner che fissò il punteggio sul 3-1.
Sulla scia di questo ricordo, che nelle generazioni più grandi ancora suscita grandi emozioni, dunque, auguriamo agli azzurri un altro trionfo e una festa gioisa per tutti noi.