L’Arte, l’Architettura, la Musica, il Teatro…sono molteplici gli ambiti dell’espressione umana per i quali il nostro Paese si è imposto e continua a imporsi al mondo interno. A tutti quelli prima menzionati, chiaramente, da aggiungere vi è anche quella che viene definita “la settima arte”, ovvero il Cinema. Fellini, Rossellini, Rosi, Loy, Germi, De Sica, Pasolini, Wertmuller – solo per citarne alcuni – i nomi dei nostri grandi maestri del passato, del resto, ancora sono un faro per la cinematografia mondiale. Ed è proprio nel solco di queste immensa tradizione che si inseriscono registi contemporanei di elevatissimo spessore, tra i quali, primo fra tutti, sicuramente vi è Paolo Sorrentino. Oggi, nella data del suo compleanno, vogliamo pertanto rendere a lui omaggio, ripercorrendo le tappe della sua prestigiosissima carriera dalla caratura internazionale, che ha visto il suo culmine nella vittoria del Premio Oscar.
Sorrentino, infatti, è nato proprio il 31 maggio del 1970, a Napoli, nel quartiere Vomero. Egli, dunque, è un altro figlio illustre della città, il quale tanto contribuisce a portare il nome della sua terra, indissolubilmente legato pure al Cinema, ad ogni latitudine. Il regista, nonché sceneggiatore, ha debuttato nel 2001 con L’uomo in più, il quale gli è valso la vittoria del Nastro d’argento come migliore regista esordiente. In questo sua primo lavoro già compare l’attore napoletano Tony Servillo con il quale, come sappiamo, ha un proficuo sodalizio artistico. Nel 2004, è arrivato il film Le conseguenze dell’amore, che è stato presentato al Festival di Cannes e che ha vinto tre David di Donatello. Altre sue successive pellicole che hanno ottenuto enorme successo, poi, sono state L’amico di famiglia del 2006; Il divo del 2008 – ispirato alla controversa figura di Giulio Andreotti – e il cortometraggio La partita lenta del 2009, di cui è stato regista e sceneggiatore. Del 2011, invece, è This must be the place, con Sean Penn e con il quale ha ottenuto tre premi al David di Donatello. La vera e propria consacrazione è arrivata però, nel 2013, con La grande bellezza; capolavoro che gli è valso la vittoria, oltre che del Premio Oscar come miglior film straniero, anche degli European Film Awards come miglior regia e miglior film e, in aggiunta, del Golden Globe, del BAFTA e di nove David di Donatello. Sulla scia di questo successo clamoroso, nel 2015, Sorrentino ha firmato Youth – La giovinezza, che si è visto riconoscere il Nastro d’argento per la miglior regia e tre European Film Awards.
Negli ultimi anni, come è noto, il maestro ha debuttato nella regia di una serie televisiva amatissima, The young pope, che si è aggiudicata il Nastro d’argento. La sua ultima opera cinematografica da menzionare, infine, è Loro del 2018, ispirato alla figura di Silvio Berlusconi.
Tra sogno e malinconia, ironia e cinismo, surreale e spietato realismo, il mondo cinematografico di Sorrentino è sicuramente uno dei più potenti, tanto sul piano nazionale quanto su quello planetario.
C’è sempre chi vuole intraprendere questo lavoro e quindi mi piace dare dei consigli, ed è questo: di vedere molti film brutti e, prima di mettersi a scrivere una storia, leggere sempre il Guinness dei primati, che è quel libro nel quale c’è la più grande concentrazione di cose eccezionali che sono anche reali. Ed è questo che dovrebbe essere il cinema: eccezionale nel reale.” (Paolo Sorrentino)