“Io distinguo due tipi di successo: quello che ho avuto nello sport e quello nel cinema. Il primo è mio e non me lo leva nessuno. Il secondo è quello che il pubblico ha deciso di darmi e che mi ha permesso di fare 120 film.”
Ci sono personaggi del mondo del cinema o dello spettacolo che, per via di una loro grande caratterizzazione, riescono a rimanere impressi nella memoria e, addirittura, a tramandarsi vividamente ai posteri. Uno di questi è, senza dubbio, Carlo Pedersoli, meglio conosciuto come Bud Spencer, il quale venne a mancare proprio il 27 giugno del 2016. Tutti infatti, dai più anziani ai più giovani, conosciamo il “Gigante buono”, e intere generazioni sono cresciute con la sua immagine e il suo mito. Al di là delle sue spiccate qualità attoriali, con il suo fare bonario, accogliente, simpatico e se vogliamo, per così dire, “alla mano”, egli è stato una sorta di zio comune per gli italiani.
Ovviamente, nel momento in cui si cita Bud non si può non nominare anche Terence Hill, ovvero l’attore Mario Girotti, in coppia fissa con lui in molti film di culto. Bud Spencer e Terence Hill sono stati, in effetti, uno dei tandem cinematografici più famosi non solo in Italia ma anche all’estero. Essi hanno inaugurato un vero e proprio filone o genere, vale a dire il cosiddetto “spaghetti-western”, il quale altro non è che una sorta di ibrido tra la comedy e il western tradizionale, ricco di esilaranti risse a suon di fragorosi “cazzotti”. Titoli che li hanno visti protagonisti con enorme riscontro sono stati, innanzitutto, “Dio perdona…io no!” e successivamente i celebri “Lo chiamavano Trinità” e il seguito “…Continuavano a chiamarlo Trinità” per la regia di E.B Clucher. E poi ancora, tra il 1972 e il 1974, “Più forte ragazzi”, “Altrimenti ci arrabbiamo” e “Porgi l’altra guancia” e infine, dopo qualche anno di pausa, arrivarono “I due super piedi quasi piatti” e “Io sto con gli Ippopotami”. Nel frattempo però, Bud si era distinto anche nel primo film della serie “Piedone, lo sbirro”, altro personaggio ben cucitogli addosso.
Nato a Napoli – origine che ha sempre rivendicato con enorme orgoglio, anche in molte interviste – il 31 ottobre del 1929, l’attore fu scelto, per la prima volta, in gioventù, per via del suo fisico scultoreo, nel film hollywoodiano “Quo Vadis”. Siamo infatti abituati a conoscerlo con il suo aspetto robusto nell’età adulta e matura, ma bisogna invece ricordare che Carlo Pedersoli, da giovane, è stato addirittura un grande nuotatore, tanto da vincere le Olimpiadi a da detenere un record mondiale.
Le ultime sue apparizioni sullo schermo sono quelle del 2003 in “Cantando dietro i papaveri”, del 2008 in “Pane e Olio” e del 2009 in “Tesoro, sono un killer”.