Natale alle porte, ovunque spicca l’immagine del caro vecchio Babbo Natale sulla sua slitta trainata dalle Renne ma, leggende a parte, scopriamo qualcosa in più su questi splendidi animali.
Le renne sono cervidi appartenenti alle regione artiche e subartiche, è costituiscono una fondamentale fonte di sostentamento per i popoli che abitano queste zone; è l’unica specie del suo genere (Rangifer).
In base alla “sottospecie” a cui appartengono possono presentare o meno dimorfismo sessuale, generalmente le corna, o “i palchi”, come sarebbe più corretto chiamarle, non appartengono solo al genere maschile, ma in questi si presentano decisamente più vistose; inoltre, tendenzialmente i maschi sono più grossi. Solitamente le “renne domestiche” pur avendo zampe più corte (che consentono un baricentro più basso per il trasporto), sono anche più “piazzate”.
Una caratteristica curiosa è che vivendo in zone dal clima rigido il naso si è specializzato in una sorta di “caldaia”, infatti i turbinati aumentano la loro superficie nell’inspirazione così che l’aria venga riscaldata dal calore corporeo ed arrivare ad una temperatura accettabile ai polmoni.
Altra curiosità è quella emersa da uno studio condotto nel 2011 dai ricercatori dello University College di Londra che dimostrerebbe che le renne sono gli unici mammiferi in grado di visualizzare la luce ultravioletta, questo sarebbe utile per visualizzare dettagli minimi (che possano tenerle al sicuro dai predatori) sulla candida neve.
Si tratta di ruminanti erbivori dotati di uno stomaco diviso in quattro camere, il loro cibo preferito pare sia, appunto, il lichene delle renne.
Purtroppo sono secoli che l’uomo caccia queste creature tanto da poter essere definita come la “specie più importante nell’intera letteratura antropologica sulla caccia”; ci sono infatti prove che questo avvenisse già nel mesolitico e nel neolitico.
A quanto pare vengono ciò che le vede collegate a “Santa Claus”, provenendo dal Nord Europa, si appoggia a quelle che sono le credenze scandinave, infatti le renne sono considerate animali sacri alla dea Isa, ovvero la Grande Madre.
Si tratta di un animale rappresentativo della luna e dei viaggi come traghettatore di anime nell’oltretomba, proprio in virtù del suo ruolo mistico e notturno è collegata al viaggio della notte più santa; non a caso la slitta non è che un classico “Pulk” mezzo di trasporto lappone, che ad oggi viene ancora utilizzato.
Una curiosità legata agli esemplari magici volanti che trainerebbero la slitta è che siano tutte femmine visto che i maschi in inverno perdono i palchi.
Chi abbia dato un nome alle renne di Babbo Natale è ancora sconosciuto, visto che Dasher, Dancer, Prancer, Vixen, Comet, Cupid, Dunder, Blixem compaiono per la prima volta in una poesia pubblicata in forma anonima nel 1823 dal titolo “A visit form St. Nicholas”.
Rudolph, la famosa renna dal naso rosso, fece la sua comparsa nella narrativa solo nel 1939, si tratta di un personaggio dell’autore Robert L. May. A quanto pare il suo ruolo sarebbe quello di condurre le altre otto colleghe nelle vigilie più tempestose illuminando col naso la strada verso le case dei bambini, la povera renna fuori posto e derisa per il suo naso luminoso da tutti, trovò un ruolo invece fondamentale per Babbo Natale e per i bambini di tutto il mondo, tanto da assurgere a simbolo di valorizzazione delle diversità e delle risorse nascoste in ogni essere vivente.