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© 2022 Senzalinea testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Napoli n. 57 del 11/11/2015.Direttore Responsabile Enrico Pentonieri
Storia & Curiosità

AMELIA FARAONE : la prima sciantosa napoletana

Luciana Pasqualetti
Luciana Pasqualetti 2 mesi fa
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3 Min Lettura
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Nata a Napoli nel quartiere San Ferdinando, il 29 dic. 1871 Amelia Faraone. debuttò come generica in una compagnia di operette,diretta da Eduardo Scarpetta. ma ben presto grazie alla sua avvenenza divento’ una delle artiste piu’ apprezzate della Napoli dell’epoca tanto che, oltre a esibirsi nella sua citta’, cantò in molti teatri importanti della penisola come il Balbo di Torino, l’Olympia di Roma, l’Unione di Milano, facendosi apprezzare sia per l’avvenenza fisica, sia per le sue doti artistiche

Conquista ilsalone margherita, e comincia ad esibirsi in duetto con due dei più acclamati macchiettisti del tempo: Cantalamessa e Maldacea. Suonare, cantare, dialogare, inscenare anche solo un piccolo sketch con Amelia Faraone significa acquisire grande prestigio. Amelia ammalia il pubblico il pubblico col suo fare ingenuo ma al tempo stesso osè ed ammiccante.



Sempre applaudita e apprezzata, si narra che poeti e scrittori fecero a gara per dedicare a lei dei versi.
Interprete profonda e appassionata dell’anima partenopea, intelligente, spontanea, aveva un folto seguito di ammiratori e spesso veniva chiamata a sostituire artiste straniere. Ma non rinunciava mai al suo stile tanto da venire riconosciuta come l’artefice della rinascita della canzone napoletana a cavallo dei due secoli.
Di lei si racconta un divertente aneddoto. Una sera, dopo uno delle tante esibizioni che mandarono in delirio il pubblico del Margherita, .
Vittorio Emanuele, principe di Napoli. La invitò ad una cena, ma la risposta di Amelia Faraone fu di quelle che smontano i pezzi di un uomo: “esco con un uomo solo se c’è pure mammà”. Col tempo Vittorio Emanuele venne a sapere che in realtà Amelia usciva, molto spesso, anche senza mammà, accompagnata da bellissimi giovanotti.
Abbandonò presto le scene, preferendo una vita anonima e riservata che le consentisse di godere degli affetti familiari. Il suo addio alle scene fu salutato dalla “bella elegia” che U. Ricci, giornalista de Il Mattino, noto come Triple patte, scrisse in cui sottolineò la bellezza “serena e matronale”.

Amelia si ritiro’ dalle scene nel 1904. Morì nel 1929 a Napoli pochi giorni prima del suo cinquantottesimo compleanno.

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Luciana Pasqualetti Dic 10, 2022
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Pubblicato da Luciana Pasqualetti
Fiorentina di nascita ma napoletana con il cuore. Appassionata di cucina, storie e racconti su Napoli. Entusiasta per tutto ciò che è antico, non disdegnando il nuovo. Ama la puntualità e non sopporta l'approssimazione.
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