La superstizione e l’ignoranza hanno mietuto tante vittime, ahimè non solo nell’ambito umano, basti pensare a tutti gli eretici e le streghe “giustiziate” o alle persone portate all’isolamento perché portatrici di “mala ventura”, ma anche e soprattutto ad alcune specie animali.
Alla base di tutto c’è la non conoscenza ed il misticismo, pertanto ecco come nascono tante errate credenze.
Il gatto nero è uno dei principali simboli di sventura, tanto che alcune persone cambiano strada; pare che il timore di sventura non solo legasse questi splendidi felini al mistico ed alle streghe ma avesse radice nel fatto che, spesso, di notte, al buio i gatti neri che scorrazzavano a caccia davanti alle carrozze spaventavano i cavalli che non ne avevano una buona visuale e rischiavano di far ribaltare le carrozze. Inoltre il loro accompagnare le donne “single” li ha associati alla figura della “strega”.
L’ascolto del canto della civetta come presagio di morte, invece nasce dal fatto che prima dell’avvento dell’elettricità le uniche case illuminate di notte dalle candele erano quelle degli ammalati e dei defunti, pertanto, essendo la civetta un animale notturno, il verso solitamente ignorato nel sonno, veniva ascoltato dai presenti e legato ad avvenimenti nefasti; questo origina anche l’espressione “uccello del malaugurio”.
I pipistrelli sono legati all’immagine di Dracula, questo perché esistono alcune razze di chirotteri, dette proprio “vampiro” che si nutrono del sangue di animali inermi o legati. In realtà la maggior parte sono insettivori o frugivori.
Tante altre ancora sono le immagini che legano alcuni animali alla sfortuna, è chiaro che se conoscessimo meglio i nostri fratelli e cercassimo di capire l’origine di alcuni significati ingiustamente attribuiti ad essi smetteremmo di commettere azioni stupide e vedremo ognuno per ciò che realmente è: parte di un unico splendido universo.