La Basilica dell’Annunziata Maggiore di Napoli sita nel quartiere Pendino nei pressi di Forcella, rappresenta a livello architettonico, religioso, artistico, culturale , sociale il “non plus ultra” cioè il massimo di ogni forma di espressione che abbiamo in Italia e perciò definita Patrimonio Mondiale dell’Umanità dichiarato dall’Unesco.
La Basilica fu realizzata inizialmente nel 1200 dagli Angioini, seguirono lavori di costruzione ed ampliamento nel 1513 ma a seguito di un devastante incendio nel 1757 che la distrusse quasi tutta fu ricostruita dal Vanvitelli che ne rispettò gli ambienti del cinquecento.
Fa parte di un vasto complesso monumentale fondato nel 1318 dalla Congregazione della Santissima Annunziata che comprendeva oltra alla chiesa anche un ospedale, un convento, un ospizio per i trovatelli ed un conservatorio per le esposte cioè ragazze povere o senza famiglia che venivano recluse fino ad età da matrimonio per preservare la loro virtù di castità.
Nel 1343 la regina Sancha d’Aragona promosse l’istituzione proclamandola Real Casa dell’Annunziata di Napoli, sostenuta anche dalle offerte delle famiglie nobili di Napoli.
Questi luoghi furono dedicati alla cura dell’infanzia abbandonata.
Fu realizzata anche la Ruota degli Esposti ovvero una riproduzione di culla molto primitiva dove le madri costrette dalla fame o dalla vergogna deponevano le loro creature perché potesse essere riservato per loro un futuro migliore.
Oggi è stata allestita un piccola mostra che espone foto delle balie con i bambini; lenzuolini, bigliettini adagiati accanto agli infanti al momento del rinvenimento e custoditi gelosamente perché servivano ad identificare i fanciulli qualora le madri fossero ritornate per richiederne la custodia.
Purtoppo la “Ruota degli Esposti” è chiusa da tre anni a causa dei danni strutturali della Cupola dalla quale cadono calcinacci e vetrate.
Vorrei parlarvi della Santa Casa dell’Annunziata; la Ruota; la Chiesa; Le Cappelle della Navata destra e sinistra; l’Interno; il Succorpo; il Portale; I Battenti; il Cortile Monimentale; la Navata e Crociera; l’Abside e l’Altare Maggiore; la Cappella del Tesoro; la Sacrestia, il Passetto; la Cappella Carafa. Invece no!
Ebbene se questo imponente e maestoso luogo fosse appartenuto a qualunque altra capitale europea o internazionale sicuramente non lo troveremmo oggi nello stato di completo abbandono in cui riversa.
E’ dal 2012 che il parroco della Basilica Don Luigi Calemme e la sua comunità hanno denunciato al Comune di Napoli il decadimento di un pezzo alla volta del monumento e benchè abbia ottenuto dall’Unesco dei Fondi per un intervento di ristrutturazione segnalato “EMERGENTE” e sia stata identificata una ditta aggiudicatrice della gara d’appalto, le autorità non hanno ancora autorizzato un intervento risolutivo.
Ci siamo scandalizzati poco più di un anno fa quando la barbarie dei terroristi dell’ISIS hanno distrutto il Museo di Ninive in Iraq, distruggendo inestimabili tesori archeologici che raccontavano della storia di una civiltà.
Ebbene cosa sta avvennendo qui da noi?
Stiamo assistendo inermi ad una catastrofe annunciata.
Per mano di chi?
ll rischio è di perdere i Fondi e di far crollare l’unica chans che il quartiere del Pendino ha di far risorgere dalle macerie un tesoro inestimabile per rilanciare con orgoglio partenopeo anche il turismo in una zona di Napoli che non desta l’interesse di nessuno.
L’augurio che rivolgiamo a Don Luigi e all’intero quartiere è che venga inaugurata presto la data di inizio lavori per consentire ai napoletani e ai turisti di tutto il mondo di ammirare ed apprezzare tanta bellezza.
“La bellezza salverà il mondo” ……. proclamava Dostoevskij.