Dio salva, ma Jack segna sulla respinta: è ancora una volta Raspadori, come lo scorso Aprile allo Stadium, a mandare ko la Juventus nel finale, e a mandare in visibilio un “Maradona” tornato finalmente a vivere una serata magica, come non accadeva da quasi un anno.
La mano di Calzona, pian piano, inizia a vedersi: contro la squadra di Allegri il Napoli è tornato a costruire con convinzione dal basso e a cercare il possesso palla nella metà campo avversaria, anche se resta tanto da lavorare, soprattutto in fase difensiva.
Nonostante a fare la partita siano stati gli azzurri, infatti, è stata la Juve ad avere le migliori palle gol nel primo tempo, sempre con Vlahovic: l’ex centravanti delle Fiorentina ha sprecato due grosse occasioni, prima di testa e poi di sinistro, quando ha colpito il palo con un pallonetto su Meret in disperata uscita.
Il Napoli ha avuto il merito di non spaventarsi e la fortuna di trovare il vantaggio proprio a fine primo tempo, con una splendida girata volante di Kvara su cross di Di Lorenzo respinto dalla difesa, molto simile al gol con cui Insigne chiuse l’incontro con i bianconeri nel Febbraio di 4 anni fa.
Vlahovic ha avuto il tempo di divorarsi un’altra rete su regalo di Traorè prima dell’intervallo, ma nella ripresa la squadra di Allegri ha fatto maggior fatica a rendersi pericolosa, fino al pareggio di Chiesa giunto quasi all’improvviso a una decina di minuti dalla fine.
Rivedibile, anche in questo caso, la retroguardia azzurra, con Olivera e il subentrato Zielinski che hanno lasciato troppa libertà all’esterno della Nazionale, comunque bravo a trovare l’angolo basso alla destra di Meret con un diagonale secco e preciso.
A quel punto, con il pareggio che sembrava scritto, i Campioni d’Italia hanno tirato fuori l’orgoglio, consapevoli del fatto che non vincere avrebbe significato dire addio a qualunque speranza Champions: è stato il solito Osimhen, su uno dei tanti attacchi confusi ma generosi dei partenopei, a catapultarsi su una palla vagante subendo il netto fallo da rigore (concesso da Mariani con l’aiuto del VAR) del giovane Nonge.
Victor ha avuto il coraggio di andare a battere un rigore pesantissimo, tirandolo però in modo lento e prevedibile alla sinistra di Sczeszny, ma dopo la respinta del portiere polacco il destino ha messo sul sinistro dell’accorrente Raspadori, ancora una volta, il pallone della vittoria: tap in vincente e corsa folle di gioia sotto la curva, per festeggiare un successo che tiene in vita le chances europee della squadra di Calzona.
Il Napoli, pur facendo passi avanti con questi 3 punti, non può più sbagliare un colpo e deve continuare a vincere, a partire da stasera (ore 20:45) quando al “Maradona” gli azzurri affronteranno l’altra squadra di Torino, ovvero i granata che nel match dell’Olimpico inflissero ai partenopei la sconfitta più pesante del Mazzarri 2.o.
Calzona dovrà rinunciare ancora a Cajuste, mentre potrebbe ritrovare Ngonge, ma l’impressione è che, ad esclusione dei dubbi legati ai soliti ballottaggi Rui-Olivera e Traorè-Zielinski, rivedremo la stessa formazione vittoriosa contro la Juventus.
Il Torino è a caccia della decima vittoria a Napoli in Serie A, e non batte gli azzurri a domicilio dal 17 Maggio 2009, quando finì 2-1 con le reti di Pià, Rolando Bianchi e Rosina.
Il pareggio manca dal 23 Dicembre 2020, quando Insigne rispose a Izzo a tempo scaduto, mentre l’ultima delle 30 vittorie azzurre sui 70 precedenti totali risale alla scorsa stagione: Anguissa, con una doppietta, fu il mattatore nel 3-1 del 1 Ottobre 2022.
Battendo i granata, il Napoli riuscirebbe per la prima volta in questa disgraziata stagione a cogliere la terza vittoria consecutiva: un segnale evidente di tutte le difficoltà incontrate fin qui, ma anche un’opportunità da cogliere a tutti i costi, per continuare a inseguire il sogno di giocare ancora in Champions League.