Bruciano ancora negli occhi le immagini del Vesuvio in fiamme, la scorsa estate. Continuano a scottare sulla pelle pure le derisioni e gli sfottò di quella parte perversa di Paese che vorrebbe che il “fuoco del vulcano ci lavi”. Come dimenticare, a tal proposito, quel vergognoso “A Napoli si bruciano da soli”, con il quale Libero – pietà per gli alberi che diventano carta per codesto “giornale” – apriva, provocatoriamente, all’indomani della tragica notizia dell’incendio.
Ebbene, con il nostro dolore ancora e sempre fumante, un altro enorme disastro ambientale si è registrato, in una lunga scia, anche questo mercoledì, precisamente a Pascarola, nel comune di Caivano. Dopo il recente e simile episodio di San Vitaliano, si è trattato, in realtà, dell’ennesimo caso di incendio che coinvolge un’azienda di stoccaggio e smaltimento dei rifiuti, nella specie di materiale di plastica. Una colonna di fumo nero si è levata nel cielo altissima, visibile fino a Caserta e a Napoli; ed ovviamente le conseguenze per la nostra salute sono gravissime. La nube tossica, purtroppo, come possiamo ben immaginare, ha rilasciato nell’aria diossina, amianto e altre sostanze terribilmente nocive e difficili da debellare. L’Asl 2 di Napoli Area Nord è prontamente intervenuta, raccomandando di lavare in maniera accurata gli ortaggi prima di consumarli e, soprattutto, per tutti i comuni limitrofi alla zona, di uscire di casa il meno possibile.
Sul posto, oltre alle autobotti dei Vigili del Fuoco, sono sopraggiunti i carabinieri e l’Arpac. Ora, ovviamente, le autorità competenti sono al lavoro per verificare e accertare le responsabilità, soprattutto al fine di comprendere se siamo di fronte ad un nuovo atto doloso. Di certo, il sospetto che si tratti di uno squallido reato è fortissimo dato che, come sostenuto dalla voce autorevole di don Patriciello, anche sulle pagine di Avvenire, “dove ci sono i rifiuti, c’è la camorra”; proprio come i topi, le “zoccole”.
A quanto pare, continuiamo a trovarci a dover fronteggiare quel fenomeno chiamato “Terra dei Fuochi”, il quale cambia forme e vesti ma continua ad essere feroce e a mietere vittime. Urge, dunque, una legge più ferrea contro gli ecoreati, e sono necessarie anche misure che prevedano controlli e regole più serrate per quanto riguarda le ditte di smaltimento, che spesso accumulano in maniera sconsiderata i rifiuti oppure sono “ammagliate” con la malavita e la “malapolitica”. Ci auguriamo, in tal senso, che il nuovo Ministro per l’Ambiente, Sergio Costa – figura di elevatissimo profilo – sappia occuparsi della questione in maniera più incisiva.
Caivano brucia, ed è un’altra notizia che scortica la nostra coscienza e la nostra carne, proprio come se quelle fiamme ci stessero fisicamente avvolgendo; e, per giunta, essa giunge pure in concomitanza della tragedia che ha toccato la nostra sorella Grecia, con numerosissimi morti e feriti.
Grecia e Magna Grecia sconvolte dal fuoco criminale appiccato, con buona probabilità, da individui che non sono degni di appartenere alla nostra bella terra, qui dove sono nate la civiltà e le forme più alte del pensiero umano.
Chi scrive è ateo, ma non potete immaginare quanto, in questo momento, stia ardentemente desiderando che dall’altra parte possa esistere, specularmente al Paradiso, un Inferno, dove, secondo il contrappasso di dantiana memoria, questi assassini possano bruciare per l’eternità!