“Non è la Rai” dopo pranzo e prima dei compiti, un must per quelli della mia generazione. Ambra, Serena, Gaia, Eleonora, Roberta e tutte le altre. Balli, canti, siparietti, cruciverba e “secchiate”. Le note di Please don’t go impazzavano e si lanciano sul mercato prodotti di ogni tipo: profumi, cartoline, cancelleria e poi serate in discoteca, dischi e mille altre cose. Gianni Boncompagni trasformò la tv del primo pomeriggio in una maxi discoteca e le ragazze stesse in dive tv. Tutte le ragazze volevano diventare una di “Non è la Rai” e i maschietti … beh.. immaginate! Nell’epoca in cui non esisteva internet si sapeva poco di loro, impossibile contattarle se non tramite lettera. Erano gli anni ’90 e io c’ero!
In occasione del trentennale del programma è arrivato in libreria: C’era una volta Non è la Rai, di Marco Geppetti e Marika De Sandoli, pieno di foto di scena e non, molte inedite. Un libro per tutti fans e per chi vuole saperne di più su un programma che ha fatto scuola.
Ho chiacchierato con Gaia Camossi, una delle ragazze più note del programma, che ha collaborato con Alessandra Cotta e Arianna Becchetti al suddetto libro.
Ciao Gaia benvenuta, a quante edizioni del programma hai partecipato?
Ho partecipato a 3 edizioni su 4. L’ultimo anno io non c’ero. In compenso venivo da 2 anni di Domenica In
Come sei arrivata alla partecipazione al libro come una delle “voci narranti”?
Marco mi contattò, durante il periodo in cui entravano e uscivano dai lockdown, raccontandomi del suo progetto di scrivere un libro fotografico sulla “sua” Non è la Rai, voleva che fosse un tributo a Gianni Boncompagni, e mi chiese se fossi interessata a partecipare. Ne fui molto felice e l’idea mi entusiasmò da subito.
Sono passati 30 anni dalla messa in onda del programma e ancora circolano delle “leggende del web” mai sfatate. Ad esempio, gira voce che una ex ragazza sia passata a fare porno, tale Sabrina Delfi. Ne sai qualcosa?
Guarda, ti confesso che mi hai incuriosita e sono subito andata a cercare sul web ma non credo proprio di conoscere questa persona o di ricordare il suo nome. Non sono nemmeno riuscita a vedere la sua faccia perché si aprono pagine strane e non vorrei prendermi un qualche virus. Pazzesco che ci siano ancora queste curiosità morbose sulle ex ragazze di Non è la Rai
O ancora, si dice che a Non è la Rai dietro le quinte giravano trucchi, vestiti, giornaletti ma mai libri scolastici. Ti risulta vero?
Questa mi sembra una domanda un po’ tendenziosa. In realtà, a chi studiava, non eravamo poche a farlo, capitava di avere dietro dei libri. Solo che, ripeto, questa domanda lascia il tempo che trova perché è come chiedere, per esempio, ad un cameriere che per studiare si mantiene lavorando, se quando si trova sul posto di lavoro, fra una portata e l’altra, approfitta per studiare. Comunque, per quanto divertente fosse fare Non è la Rai, era pur sempre un lavoro con esigenze di presenza, attenzione e disponibilità.
Alessia Merz ha raccontato in un’intervista che il primo giorno in trasmissione, ebbe l’ardire di sedersi in prima fila e appena si alzò le fu tolta la sedia da sotto al sedere. Scherzo infantile o c’erano delle invidie tra le prime e ultime arrivate?
Questa non me la ricordo personalmente, ma mi pare di averne sentito parlare. Sulle invidie, con gli occhi di oggi ti dico che non era né più né meno che come in una classe di scuola e Non è la Rai era una grandissima classe unica totalmente femminile. Immagina tu! Con gli occhi di ragazza, c’era una sana e normale invidia che, probabilmente, in qualcuna stimolava la voglia di fare di più per essere più brava e in qualcuna non stimolava un bel niente al di fuori della mera lamentela.
C’è qualche ragazza con la quale sei rimasta in amicizia?
Credo che la mia amicizia con Alessandra, Barbara e Raffaella sia davvero un grandissimo regalo di Non è la Rai. Sono passati 30 anni siamo ancora una nella vita dell’altra, una vera sorellanza.
E qualcuna che ti ha fatto piacere non rivedere più?
Ovviamente sì ma le polemiche le lascio fare a chi è più bravo di me e, soprattutto, è in grado di sostenerle!
E’ vero che vigevano delle regole di comportamento ferree?
Assolutamente! Non ci si poteva truccare, sotto alla gonna sempre il pantaloncino, sempre le calze e mai le gambe nude erano solo alcune delle regole che ci venivano imposte e che Irene Ghergo faceva rispettare a suon di sgridate.
Cosa hai fatto il giorno dopo la tua ultima puntata?
Che domanda!!!!!!! Non me lo ricordo proprio (ride)
Oggi Gaia chi è?
Una donna che si sente sempre lo spirito di una ragazzina dentro! Scherzi a parte, mi considero una donna piuttosto realizzata con ancora tanti sogni da realizzare. Life coach per passione, studentessa a vita per la passione che ho verso la conoscenza.