In occasione dell’uscita di Tomb Raider, nuovo film ispirato alla fortunata serie videoludica che vede protagonista Lara Croft, l’avventuriera più famosa del panorama virtuale, abbiamo pensato di parlare di come l’universo dei videogames abbia influenzato quello cinematografico.
Sono tanti i film tratti dai videogiochi, ma l’aspetto più interessante di questa contaminazione non è quello dei contenuti bensì quello strutturale e stilistico. La capacità del cinema attuale di alimentarsi di altre forme narrative senza snaturare sé stesso è unica, ecco perché vi presentiamo 5 particolarissimi film che riprendono le caratteristiche formali tipiche dei videogames.
Hardcore
Hardcore è un film del 2015, scritto, diretto e interpretato da Ilya Naischuller, frontman del gruppo musicale Biting Elbows. La particolarità della pellicola è che è girata interamente in soggettiva.
Il protagonista, un uomo di nome Henry, si risveglia mutilato e privo di memoria in un laboratorio, ma ben presto capisce di essere un cyborg quando una scienziata che gli si presenta come sua moglie lo ricostruisce sostituendo gli arti perduti. Poco dopo dei mercenari guidati dal sadico telecineta Akan fanno irruzione nel laboratorio, tentano di uccidere Henry e rapiscono sua moglie, così per l’uomo avrà inizio una fuga serratissima e disperata durante la quale dovrà anche cercare di riprendersi la sua donna e per farlo ricorrerà alle maniere forti!
Hardcore richiama la forma e la struttura degli sparatutto in prima persona come ad esempio Wolfensetein o Doom o come i più recenti Call of Duty e Bioshock. La tecnica di girare con la GoPro è perfetta per ottenere una visuale simile a quella che troviamo in questa tipologia di videogiochi. Quando si guarda Hardcore la sensazione è quella di trovarsi al centro dell’azione, sembra di essere noi i protagonisti. Più che un film è un’esperienza adrenalinica.
Edge of tomorrow
Edge of tomorrow è un lungometraggio del 2014 con protagonisti Tom Cruise ed Emily Blunt, adattamento cinematografico della light novel All you need is kill, scritta da Hiroshi Sakurazaka e illustrata da Yoshitoshi Abe.
Ci troviamo in un futuro prossimo in cui delle creature extraterrestri hanno iniziato a invadere la terra. Il mite maggiore Cage è l’ufficio stampa dell’esercito mondiale, ma quando viene inviato sul fronte rifiuta l’incarico per via della sua reticenza a misurarsi sul campo di battaglia. Nonostante ciò viene spedito come disertore a combattere, ma a causa della sua totale incapacità di manovrare il potente esoscheletro progettato dagli umani per fronteggiare la minaccia aliena rimane ucciso. Da quel momento sarà condannato a ripetere sempre gli stessi eventi in una sorta di loop temporale che lo riporta indietro nel tempo di un giorno dalla sua morte, il che gli permetterà di conoscere bene le mosse del nemico.
Il film ha una parentela evidente con la videoludica, in primo luogo per la dinamica della ripetizione: il tenente Cage, proprio come il protagonista di un videogioco, ogni volta che incontra il game over si ritrova nello stesso punto e ha una nuova opportunità per sconfiggere il suo avversario. Il design dei personaggi principali poi è molto simile a quello dei personaggi giocabili nei videogames di guerriglia fantascientifica e lo stesso vale per gli alieni, ognuno di una diversa tipologia, la cui morte porta a conseguenze differenti; persino le aree in cui si svolge il film somigliano a mappe di videogiochi, soprattutto per il modo in cui vengono inquadrate per mezzo delle panoramiche.
Scott Pilgrim vs. the world
Scott Pilgrim vs the world è un film del 2010 diretto da Edgar Wright, basato sul fumetto omonimo creato da Brian Lee O’Malley.
Scott Pilgrim, interpretato da Michael Cera, è un ventitreenne come tanti, suona in una band indie rock ed è molto immaturo dal punto di vista sentimentale. Quando incontra la donna dei suoi sogni, Ramona Flowers, una giovane ribelle newyorkese dai capelli colorati, sarà costretto a crescere: per stare con lei infatti dovrà sconfiggere i suoi 7 ex fidanzati, riunitisi nella lega dei “7 malvagi ex” finalizzata a indirizzare la vita futura della ragazza da loro un tempo amata.
Scott Pilgrim vs the world, proprio come il fumetto, è un racconto che attinge fortemente dalla simbologia videoludica, infatti durante tutto il corso della pellicola non mancano i riferimenti e le gag inerenti al mondo dei videogiochi 8bit. Il protagonista si trova continuamente in situazioni “da videogioco”, a partire dai combattimenti con gli ex di Ramona che fungono da veri e propri livelli che portano allo scontro con il boss finale, con tanto di premi e vite in più da sfruttare. Un film davvero molto divertente e per nulla superficiale, che fa della componente videoludica non solo la sua cifra stilistica ma anche un elemento portante della trama.
Sucker Punch
Sucker Punch è un film del 2011, scritto e diretto da Zack Snyder. Nel cast, quasi esclusivamente femminile, figurano Emily Browning, Abbie Cornish, Jena Malone, Vanessa Hudgens e Jamie Chung.
Siamo negli anni 50. Babydoll, accusata di aver ucciso la sorellina in un momento di pazzia in seguito alla morte della madre, viene internata in un manicomio dal perfido patrigno, che intende farla lobotomizzare per appropriarsi della sua eredità. La ragazza, per sfuggire a questa crudele realtà, si rifugia nella fantasia e trasforma il manicomio in un decadente bordello burlesque in cui le prostitute danzano per attirare l’attenzione dei clienti e farsi scegliere. Ma quando Babydoll danza immagina la propria strada verso la libertà attraverso una serie di incredibili combattimenti contro nemici mostruosi. Per scappare dal bordello (e quindi dal manicomio) Babydoll e le sue compagne avranno bisogno di 5 precisi oggetti. Tra visioni, aspirazioni, metafore, ma soprattutto katane e armi automatiche, riusciranno le ragazze a raggiungere la via d’uscita?
La struttura del film corrisponde a quella del gioco di ruolo, in cui le protagoniste devono recuperare una serie di oggetti indispensabili per la fuga. Ogni livello in cui agiscono rispetta la composizione narrativa dei videogiochi e in quest’ottica è emblematico il ruolo di Scott Gleen, il vecchio saggio che all’inizio di ogni “partita” immaginata da Babydoll istruisce le ragazze sugli obiettivi da raggiungere. Ogni scenario è un diverso campo di battaglia e ogni viaggio visionario fa sua una modalità di gioco, dal picchiaduro al war game, dallo sparatutto al fantasy.
Elephant
Elephant è un film del 2003 diretto da Gus Van Sant, vincitore della Palma d’oro al miglior film e del premio per la miglior regia al 56º Festival di Cannes.
La pellicola è liberamente ispirata al massacro della Columbine High School nel 1999. La narrazione infatti si svolge nell’arco di una giornata in un ambiente scolastico. Il film descrive lo svolgersi degli eventi da più punti di vista: le scene si ripetono, viste da prospettive diverse attraverso gli occhi dei vari protagonisti, fino al termine della giornata in cui Eric e Alex, due ragazzi con la passione per la musica e per i videogiochi violenti, giungono a scuola abbigliati con delle tute mimetiche seminando morte e terrore.
Un tratto tipico del videogioco è il fatto che la visuale rispetto al personaggio sia sempre la medesima, di spalle, in modo da far coincidere il punto di vista del personaggio e del giocatore e così è anche in Elephant, dove Van Sant posiziona la sua steadycam alle spalle dei protagonisti e li segue con lunghi e lentissimi piani sequenza per i corridoi della scuola, in modo da restituire quel senso di realtà virtuale dei videogiochi dei primi anni 2000. Altra analogia con i videogiochi è la ripetizione: le situazioni si ripetono identiche ogni volta che si ricomincia la “partita” , in cui però si può assumere una diversa identità e giocare secondo un’altra prospettiva scegliendo tra i vari alter-ego digitali. Infine, altro riferimento al mondo dei videogames, è che la strage compiuta dai due ragazzi sia anticipata proprio dalla scena di un videgioco ripresa dallo schermo di un portatile: tale gioco è ambientato in un’immensa distesa di neve in cui il giocatore deve massacrare a colpi di arma da fuoco tutti gli individui che compaiono all’orizzonte.