Alle porte delle vacanze estive, la campagna di vaccinazione non si ferma, anzi procede a buon passo, cercando di coinvolgere tutte le fasce di età. Infatti è recente la notizia dell’approvazione AIFA riguardo la somministrazione del vaccino Pfizer agli adolescenti di età tra i 12 ed i 15 anni. È pur vero che quest’ultimo gruppo di individui risulta, fortunatamente, meno soggetto allo sviluppo di una malattia COVID-19 severa, ma purtroppo resta un’importante fonte di contagio ed è quindi importante proteggere i ragazzi dall’infezione per poter difendere gli individui più fragili. In diverse regioni si sta quindi già procedendo alla registrazione in piattaforma anche degli adolescenti, ma vi sono ancora categorie di individui nei quali esistono alcune perplessità, come ad esempio le donne in stato di gravidanza.
I ricercatori e gli specialisti del settore hanno sin da subito posto attenzione a tale condizione e cercato di raccogliere dati sufficienti per la corretta valutazione e gestione di tale popolazione speciale.
Nel febbraio 2021 l’Istituto Superiore di Sanità ha pubblicato un documento riguardante le indicazione da intraprendere sulle donne in stato di gravidanza ed allattamento (scaricabile al seguente link: Documento 1) e già in tale lavoro si pone attenzione sullo sviluppo di complicanze severe da malattia COVID-19 nelle donne in stato gravidico.
Recentemente, le società scientifiche italiane SIGO (Società Italiana di Ginecologia ed Ostetricia), AOGOI (associazione ostetrici e Ginecologi Italiani), AUGUI (associazione Ginecologi Universitari Italiani) e AGITE (Associazione Ginecologi territoriali) hanno pubblicato un Position Paper nel quale si chiariscono maggiori dubbi sulla delicata questione delle donne gravide e della malattia COVID-19 ( scaricabile al seguente link: Documento 2). Nel documento si specifica che in base all’analisi dei dati raccolti da diversi centri specializzati internazionali si evince che: i dati epidemiologici e gli studi scientifici evidenziano chiaramente che l’infezione da COVID-19 in gravidanza influisce sia sull’andamento dell’infezione da COVID sia sugli outcome materno-fetali della gravidanza stessa.
Per quanto riguarda gli effetti della gravidanza sul decorso della patologia COVID
a) il rischio di mortalità materna nelle donne in gravidanza con infezione da COVID-19 è 22 volte maggiore rispetto alle donne senza infezione. Tali dati emergono dallo studio “INTERCOVID Multinational Cohort Study”, studio internazionale che vede rappresentati molti centri italiani;
b) Impatto più marcato sulle donne in gravidanza in termini di morbilità con incremento dei ricoveri in terapia intensiva e di necessità di ricorrere a procedure di circolazione extracorporea quali I’ECMO, nella seconda ondata di infezione da COVID-19 rispetto alla prima;
c) aumento del numero di donne in gravidanza che hanno richiesto il ricovero in terapia intensiva tra la prima ondata e la seconda: 70 donne durante la prima ondata (1 marzo – 31 agosto 2020) VS 277 donne durante la seconda ondata (l settembre 2020 – 4 marzo 2021). sulla base dell’ultimo rapporto dell’intensive Care National Audit & Research Centre del 5 marzo 2021;
d) la gravidanza è un fattore di rischio significativo per ospedalizzazione e malattia grave da COVID -19, con un rischio più che raddoppiato di ricovero in terapia intensiva e di ventilazione invasiva per le donne gravide con COVID-19 rispetto alle donne infette in età fertile, sulla base dei risultati di una recente revisione sistematica e meta-analisi.
Inoltre, per quanto riguarda i dati attuali sulla sicurezza della vaccinazione nelle donne gravide si illustrano i seguenti risultati:
a) Il JCVI (Joint Committe on Vaccination and Immunisation) ha dichiarato che non sono stati identificati problemi di sicurezza specifici relativi alla vaccinazione in gravidanza: negli Stati Uniti circa 90.000 donne in gravidanza sono state vaccinate, principalmente con i vaccini Pfizer e Moderna, senza che sia stato sollevato alcun problema di sicurezza.
b) Anche le donne che pianificano la gravidanza, nell’immediato postpartum o che allattano possono essere vaccinate a seconda della loro età e del gruppo di rischio clinico. Non sembrano esserci limitazioni in termini di tipologia di vaccino per quest’ultima categoria.
Per tali ragioni e valutati i rischi e benefici della vaccinazione contro SARS-CoV-2, le principali società chiedono di considerare le donne in gravidanza come popolazione fragile a prescindere dall’età e dalla condizione lavorativa e quindi da sottoporre in tempi rapidi alla vaccinazione