L’anno 2020 per molte persone sarà ricordato come quello peggiore mai vissuto, un anno che ancora non dà tregua a nessuno. Sono ormai mesi che l’umanità intera si trova ad avere a che fare con un grosso problema: il coronavirus e la pandemia che ne è conseguita. Ma siamo davvero sicuri che oltre al Covid-19 siano improvvisamente scomparse tutte le altre notizie di cronaca? Ogni tanto, durante questi mesi, si parlava del fatto che negli ultimi tempi non si sentiva più parlare di terrorismo e di attentati, sarà capitato a tutti di sentirlo dire almeno una volta da qualcuno. Ma è proprio ultimamente che è arrivata la smentita, con gli attentati di Nizza e di Vienna. C’è pure chi sostiene che non si sente più parlare di femminicidi, eppure neanche su questo hanno ragione, perché nel 2020 ci sono state ben 55 vittime in Italia. Senza contare che, per il conteggio totale, mancano ancora i mesi di Novembre e Dicembre, e senza contare che i conflitti familiari potrebbero aumentare a causa di misure restrittive sempre più rigide e, quindi, a causa di una convivenza forzata.
A tal proposito e parlando della Campania, fino a ieri sera tutti davano per certa la zona arancione, ma durante la conferenza stampa del premier Giuseppe Conte, andata in onda proprio ieri sera in diretta nazionale, i cittadini campani si sono dovuti ricredere. La regione Campania, infatti, è stata classificata come zona gialla, e quindi tra quelle a basso rischio epidemico. Tale risultato, che per molti appare in contrasto coi numeri elevati di nuovi contagiati presenti sul quotidiano bollettino regionale, potrebbe dipendere dall’alto numero di abitanti che, quindi, ridimensionerebbe il tutto. Per fare un rapido riassunto delle misure restrittive che entreranno in vigore a partire da Venerdì 6 Novembre 2020 in Campania, si può dire che nella nostra regione è rimasto quasi tutto invariato. L’unica differenza è per il coprifuoco, che invece di scattare alle ore 23.00 scatterà alle ore 22.00. Più precisamente: Le attività di ristoro (bar, ristoranti, pizzerie) resteranno aperte dalle ore 5.00 alle ore 18.00, con asporto o delivery consentito fino alle ore 22.00; sono vietati gli sport di contatto, chiusi i centri scommesse e le sale giochi; lo spostamento tra regioni non sarà limitato, ma sarà ovviamente vietato entrare in regioni arancioni e rosse, con traffico consentito invece tra le regioni gialle; non ci sarà alcuna limitazione per lo spostamento tra province o comuni all’interno della stessa regione; i musei e le mostre saranno chiuse, così come i centri commerciali durante il weekend; nessuna autocertificazione sarà prevista nella fascia oraria non coperta dal coprifuoco, sarà quindi necessaria soltanto dalle ore 22.00 alle ore 5.00
Ma spostiamo per un attimo l’attenzione dal nuovo DPCM e ritorniamo a parlare delle donne assassinate finora nel 2020, perché leggere il numero 55 non fa effetto quanto leggere i loro nomi e cognomi. GENNAIO – 13 vittime: Carla Quattri Bossi (Milano) – Concetta Di Pasquale (Catania) – Jennifer Francesca Krasniqi (Servigliano) – Fausta Forcina (Formia) – Maria Stefania Kaszuba (Verona) – Ambra Pregnolato (Valenza) – Francesca Fantoni (Bedizzole) – Rosalia Garofalo (Mazara del Vallo) – Fatima Zeeshan (Versciaco di San Candido) – Rosalia Mifsud (Mussomeli) – Monica Diliberto (Mussomeli) – Speranza Ponti (Alghero) -Laureta Zyberi (Genova). FEBBRAIO – 2 vittime: Anna Sergeevina Marochkina (Piossasco) – Zdenka Krejcikova (Ossi). MARZO – 5 vittime: Larisa Smolyak (Camaiore) – Barbara Rauch (San Michele di Appiano) – Bruna Demaria (Beinasco) – Rossella Cavaliere (San Vito dei Normanni) – Lorena Quaranta (Furci Siculo). APRILE – 4 vittime: Gina Lorenza Rota (Rho) – Viviana Caglioni (Bergamo) – Maria Angela Corona (Bagheria) – Alessandra Cità (Albignano d’Adda di Truccazzano). MAGGIO – 7 vittime: Marisa Pireddu (Serramanna) – Zsuzsanna Majlat (Brescia) – Maria Drabikova (Roma) – Lucia Caiazza (Frattamaggiore) – Mihaela Apostolides (Cuneo) – Gerarda Di Gregorio (Roma) – Rubina Chirico (Caserta). GIUGNO 5 vittime: Giuseppina Ponte (Lentini) – Cristina Messina (Volvera) – Paola Malavasi (Fara Novarese) – Morena Designati (Palazzo Pignano) – Elena Bressi (Margno). LUGLIO 8 vittime: Nunzia Compierchio (Cerignola) – Romana Danielova (Lago Patria di Giugliano in Campania) – Anastasia Rossi (Borgo Val di Taro) – Eufrosina Martini (Carmagnola) – Grazia Sicilia (Fossignano di Aprilia) – Manuela Alves Rabacchi (Milano) – Maria Adalgisa Nicolai (Portici) – Emanuela Urso (Tetti Rosa di Vinovo). AGOSTO 3 vittime: Caterina Di Stefano (Caltagirone) – Sabrina Beccalli (Vergonzana di Crema) – Francesca Galatro (Vallo Della Lucania). SETTEMBRE 5 vittime: Luana Rainone (Poggiomarino) – Claudia Corrieri (La Briglia di Vaiano) – Marinella Maurel (Udine) – Maria Masi (Venaria Reale) – Mina Safine (Genova). OTTOBRE 3 vittime: Alessandra Perini (Sant’Antonio di Pavullo Nel Frignano) – Vera Mudra (Rimini) – Concetta Liuzzo (Montebello Jonico).
Appare davvero sconcertante come tutte queste ingiuste morti siano passate inosservate agli occhi dell’opinione pubblica. Negli anni scorsi la problematica del femminicidio è stata ampiamente discussa e pubblicizzata, come mai invece nel 2020 si parla soltanto di coronavirus? Per giorni abbiamo aspettato l’ufficialità di un nuovo DPCM per poi apprendere che, almeno nella nostra regione, non è cambiato praticamente nulla. Forse sarebbe ora che, oltre a continuare ovviamente a diffondere notizie sulla pandemia in corso, si ritornasse anche a parlare di argomenti sociali tanto discussi in passato e che adesso rischiano di finire nel dimenticatoio e quindi di essere pericolosamente accantonati. Purtroppo l’invito a non abbassare la guardia non può e non deve riguardare soltanto il Covid-19