Anche i sogni delle notti di mezza estate, ogni tanto, si avverano.
Per il popolo del tifo napoletano, uno dei sogni più belli e impossibili si concretizzò esattamente 35 anni fa.
Il 5 luglio del 1984, in un San Paolo non ancora sfigurato dai lavori per “Italia ‘90”, i sostenitori azzurri videro sbucare dagli spogliatoi (allora sotto la curva A) una chioma nera riccioluta e folta, e capirono che era tutto vero.
Che Diego Armando Maradona era diventato un calciatore del Napoli.
Le cronache raccontano di una trattativa estenuante con il Barcellona, durata più di un mese, condotta con tenacia dall’allora DG Antonio Iuliano (storico capitano del Napoli degli anni ’60 e ’70) e conclusa dal presidente Ferlaino proprio all’ultimo giorno utile, anzi forse…anche oltre.
Lo stesso Ferlaino ha poi raccontato infatti di aver depositato il contratto firmato da D10S il giorno dopo la chiusura del mercato, sostituendo nottetempo il documento, vuoto, inviato in Lega entro i termini previsti; l’ultimo colpo di teatro di quel clamoroso susseguirsi di emozioni.
L’occasione per celebrare l’evento e mostrare Diego a quella che sarebbe diventata la sua gente fu presto trovata: far premiare dal Pibe la squadra degli “allievi” azzurri, fresca Campione d’Italia, guidata da un ragazzino che con Maradona avrebbe condiviso momenti ancora più esaltanti, Ciro Ferrara.
Tutti abbiamo negli occhi Diego che sale la scalinata del sottopassaggio, quel “Buonasera Napolitani” scandito al microfono, quei palleggi in jeans e t-shirt, conclusi con il pallone calciato più lontano possibile, come a volerlo regalare idealmente ad ogni tifoso accorso ad applaudirlo.
L’inizio di 7 anni di magie e trionfi.
Tutti abbiamo negli occhi quelle immagini, dicevamo, e tutti sogniamo di vivere emozioni simili; nell’inverno del 2001 bastò l’arrivo del talentuoso ma indolente brasiliano Edmundo per riempire mezzo stadio.
Si sognava l’Europa, arrivò la seconda retrocessione in tre anni, l’ennesimo passo verso il baratro del fallimento.
Ora quel Napoli è lontano, nei 15 anni di gestione De Laurentiis la crescita del club è stata costante, accompagnata però da un’attenzione altrettanto costante ai conti ed al bilancio.
Tanti ottimi giocatori scoperti e valorizzati, dunque, ma pochi acquisti di giocatori affermati: unica grande eccezione Gonzalo Higuain, arrivato dal Real Madrid nel 2013 a sostituire il Matador Cavani.
Da un mese però viene accostato al Napoli il nome di un giocatore davvero in grado di accendere nuovamente la fantasia dei tifosi; parliamo ovviamente del “Bandido”, di James Rodriguez, capitano e numero 10 della Nazionale Colombiana, reduce da due stagioni in prestito al Bayern Monaco dopo gli anni trascorsi al Real Madrid che ne detiene ancora il cartellino.
Chiunque ami il calcio non può non essere rimasto folgorato da James ai Mondiali brasiliani del 2014, chiusi da capocannoniere con 6 reti, alcune delle quali indimenticabili come il sinistro al volo all’Uruguay agli ottavi di finale.
Certamente ad innamorarsene fu Carlo Ancelotti, che lo volle al Real, che lo ha chiesto una volta diventato allenatore del Bayern e che, come ha ammesso lo stesso ADL, è convinto che Rodriguez sia l’uomo in grado di far compiere il salto di qualità definitivo al suo Napoli.
James avrebbe già detto si, c’è da trovare l’intesa con il Real, il Napoli conta sul lavoro diplomatico del potente procuratore del Colombiano, Jorge Mendez (lo stesso di CR7…) per chiudere un’altra estenuante trattativa.
Per regalare al popolo azzurro, 35 anni dopo, un altro “Diez”…un altro sogno di mezza estate.