A rendere avvincenti le storie che vedono protagonista Harlan Draka, ovvero il mezzosangue Dampyr, non c’è solo la profonda continuity orizzontale che permea molti degli albi e permette di ritrovare elementi e protagonisti del passato, ma anche l’eterogeneità delle ambientazioni. Se nell’albo del mese precedente l’azione si svolgeva in India, per il numero 264 Cuori di tenebra gli autori ci hanno messo poco a spostarsi addirittura nell’Africa nera, e per la precisione in Sierra Leone con una storia scritta da Luigi Mignacco che nelle sue due ultime sceneggiature per il personaggio pubblicate negli albi Cuba Libre! ed Haiti! si era invece destreggiato con scenari caraibici.
C’è una ispirazione evidente fin dal titolo, il capolavoro di Conrad che viene anche menzionato nei dialoghi tra Harlan e Kurjak: il “Cuore di tenebra” del continente nero fa però solo da ambientazione, anche se viene spontaneo compiere un parallelismo – con i dovuti distinguo – tra il leggendario Kurtz e l’ingegner Brown. La storia si apre con un lungo flashback che ripropone uno dei primissimi Maestri della Notte affrontati da Dampyr, in questo caso addirittura negli albi 6 e 7 della serie: si tratta del nomade Omulù, un mutaforma noto alle popolazioni dell’Africa anche come dio della pestilenza o dio pantera.
Prima di essere affrontato ed annientato da Harlan, nella metà del 1700 Omulù ha avuto modo di creare nel fitto della foresta africana un nutrito gruppo di non-morti che gli sono rimasti devoti e fedeli negli anni a venire per essere stati da lui salvati dalla schiavitù. Nascosti per secoli, hanno ripreso a fare notizia a causa dell’insistente invasione del mondo occidentale sempre a caccia delle infinite risorse da sfruttare presenti nelle loro terre: il trio Harlan, Kurjak e Tesla ha il dovere di indagare su uccisioni sospette, ma si trova di fronte l’ostacolo della compagnia mineraria di stanza nell’area interessata, con la quale stipula una sorta di patto di collaborazione pur avendo i due gruppi obiettivi radicalmente in antitesi.
Ciò che emerge è una storia di sfruttamenti e di misteri custoditi a lungo proprio nel cuore della foresta africana: chi sono i veri nemici per Dampyr e soci, in non-morti oppure i miliziani al soldo della compagnia mineraria in un territorio già troppo ferito dalle guerre, e nel quale c’è chi ha compiuto scelte estreme pur di sopravvivere? Mignacco non lesina una palese critica alle multinazionali che stanno depredando realmente il continente africano, e offre un racconto che, pur ricchissimo di combattimenti feroci all’ultimo morso e all’ultimo sangue di una certa violenza, spinge a qualche riflessione in più su chi siano i veri “cattivi”.
La narrazione si sviluppa secondo uno schema che, seppur intuibile, è condotto con ottimo ritmo e perfetto dosaggio dei colpi di scena, e con tutta la giusta enfasi per le motivazioni che spingono Kurjak e Tesla a combattere fianco a fianco con Dampyr senza pregiudizi. Unico difetto a mio avviso sta in un finale troppo affrettato e che avrebbe meritato maggiore approfondimento circa il comportamento dei non-morti ancora fedeli a Omulù, ma è la foliazione stessa dell’albo a non averlo permesso: l’avventura non ne risulta comunque danneggiata nel suo insieme, e forse lascia anche spiragli aperti per futuri nuovi sviluppi.
Di rilievo e assolutamente notevoli nel loro esasperato realismo sono i disegni di Arturo Lozzi, un altro veterano sulle pagine di Dampyr che mancava però da oltre un anno dopo la stupenda prova delle tavole di Stavkirke (albo N°251). Lozzi ha un’innata maestria nel dipingere i volti deformati e sfigurati dei non-morti nel pieno dei loro assalti, ma allo stesso tempo eccelle nel realizzare ritratti ed espressioni dei protagonisti che in molti casi sembrano quasi scatti fotografici. Molto appropriato è anche il dosaggio dei neri e dei grigi per tutte le sequenze più cupe nel fitto della foresta e nelle anguste, labirintiche grotte dove è ambientato il movimentatissimo finale.
L’omaggio all’Africa ed alle rovine delle civiltà perdute è quanto ritratto, in una folta foresta nel cuore della notte, sulla copertina di Enea Riboldi.
Uscita: 02/03/2022
Formato: 16×21 cm, b/n
Pagine: 96
Soggetto: Luigi Mignacco
Sceneggiatura: Luigi Mignacco
Disegni: Arturo Lozzi
Copertina: Enea Riboldi