Trama: María non ha mai conosciuto gioia più grande di quella che prova cullando il piccolo Horacio. Negli occhi del figlio vede il riflesso di una felicità e di un amore totalizzanti, mai provati prima. Non è così per il marito Carlos e il resto della famiglia che leggono in quegli stessi occhi una maledizione che potrebbe colpire ognuno di loro. Tradita da coloro di cui si è sempre fidata, María rifiuta di assecondare un atteggiamento tanto meschino. È sicura che ci sia una spiegazione e ha intenzione di cercarla. E non è sola come crede: un giorno, nella sua vita ricompare la nonna Lucía, che non vede da anni. È lei, che subito si lascia conquistare da Horacio, a offrire alla nipote un’occasione unica: trasferirsi nella tenuta di famiglia, dove è vissuta anche la loro antenata Tita, e, lì, trovare le risposte che cerca. María accetta l’invito. Tra quelle mura in cui il passato vive ancora, si imbatte nel diario di Tita, le cui pagine custodiscono ricette che profumano di cioccolato e segreti. Segreti che le parlano di un tempo lontano in cui non c’era posto per la superstizione, ma solo per la capacità dell’animo umano di guardare oltre le apparenze. Di accettare che la diversità non deve per forza pregiudicare il senso di appartenenza a un luogo o a una famiglia. Nutrendosi delle parole dell’antenata come di un cibo che conforta e rinvigorisce, María impara ad ascoltare le proprie emozioni. Di fronte a lei sta per aprirsi un futuro luminoso, ma prima deve trovare il coraggio di innamorarsi ancora.
Con Dolce come il desiderio, Laura Esquivel, una delle autrici messicane più amate dai lettori, riprende la grande saga familiare tutta al femminile dei de La Garza da dove l’aveva lasciata nel suo più grande successo, Dolce come il cioccolato. Con uno stile evocativo, dipinge il grande affresco di generazioni di donne indipendenti e determinate che trovano la forza di sfidare i pregiudizi e di lottare contro l’alienazione in una comunione di ricordi, sapori e destini.
Garzanti Editore
Recensione: Avendo amato tantissimo Dolce come il cioccolato ero pronta ad affrontare un’altra storia magica, fatta d’intrighi, passioni e cibi che condizionano l’animo umano. Una grande aspettativa che è stata totalmente delusa.
Un libro questo, una storia, che non può essere letta senza conoscere il lavoro precedente della Esquivel: vengono ripresi gli avvenimenti che hanno visto protagonisti i personaggi della famiglia La Garza essendo, i nuovi protagonisti, diretti discendenti di Tita e la sua stirpe. Purtroppo, non ho riscontrato lo stesso fascino, non c’è storia particolarmente travolgente è, come se la Esquivel avesse voluto sfruttare il successo precedente senza impegnarsi più di tanto. Essendo le due storie collegate, non è possibile emettere un giudizio separandole il che evidenza ancor più l’abisso che le separa. Tutto questo è un peccato, se l’autrice avesse scritto questo libro come indipendente, ne sarebbe uscito un lavoro discreto dato che è veramente valida nel descrivere i sentimenti e le sensazioni, ma così, lascia veramente poco al lettore. Sicuramente è interessante la chiave di lettura della morte, della fine, viste come punto di partenza.
Uno specchietto per le allodole, in poche parole, una delusione totale.
Se avete amato come me Dolce come il cioccolato, vi consiglio di soprassedere e di rimanere con il dolce in bocca, senza scoprirne l’amaro seguito.
Laura Esquivel vive a Città del Messico, dove è nata nel 1950. Scrittrice e sceneggiatrice cinematografica, è autrice di La legge dell’amore, Veloce come il desiderio, La voce dell’acqua e Dolce come il cioccolato, un bestseller internazionale tradotto in 33 lingue.