Agropoli (SA), 12 marzo – Il Fusion ha aperto da circa un mese, e stasera inaugura il suo calendario musicale. E’ un locale accogliente, intimo, luci soffuse e legno per una buona scelta di birre e di vino. Ad allietare l’atmosfera in questa prima serata è un duo di cantanti particolarmente adatto per all’ambiente. Mathì e Denise sono due giovani cantautori che hanno deciso recentemente di incrociare le proprie carriere in un progetto comune.
Quali sono le vostre esperienze musicali?
Denise: Io vengo dall’esperienza con un gruppo. Poi mio padre e il mio ragazzo mi proposero di puntare su di me, sul “progetto Denise”. Ero restia all’inizio…un progrtto con il mio nome…però mi lasciai convincere, e sta andando molto bene.
Mathì: il mio progetto nasce dall’idea di ripartire dal cantautorato. Recuperare la nostra lunga tradizione non solo musicale, così profondamente legata alla bellezza dei testi, ma tornare alla poesia, ai versi dei poeti italiani.
Come nasce il progetto Mathì+Denise?
Mathì: ci conoscevamo perché mi è sempre piaciuto molto il lavoro di Denise. Ho seguito diverse delle sue serate. Sono anche stato il suo chitarrista.
Denise: l’idea di fare qualche serata assieme ci girava in testa da un po. Ci sembrava divertente. Così alla prima occasione ci abbiamo provato: due cantautori assieme sul palco. Questa sera inizia il nostro esperimento.
Mi incuriosisce il vostro uso della lingua. Mathì è legato alla lingua e alla tradizione poetica italiana. Mentre Denise ha trovato nell’inglese una formula efficace per le sue sonorità
Denise: sì, l’inglese ti permette di fare alcune cose che con l’italiano sarebbero più difficili: tenere il suono, costruire la frase. L’inglese ha una circolarità che nell’italiano è più difficile trovare. E’ una lingua musicale. Ho sempre trovato più facile usarlo. Nel nuovo album però, con l’aiuto di Mathì, la lingua italiana sarà presente. Mi ha sempre colpito l’abilità e la facilità con cui riesce ad usarla, costruendo testi profondi e musicali.
Ultima domanda. Cos’è l’arte secondo voi?
Mathì: servirebbe una risposta lunghissima, il discorso è così complesso…ma credo si possa sintetizzare dicendo che fare arte significa sublimare la realtà, l’esperienza, in qualcosa di più alto e duraturo…
Denise: …sì, è la ricerca del sublime.